Sindrome Metabolica cos’è, come si cura

La sindrome metabolica è descritta come un cluster di fattori di rischio cardiometabolico, quali: obesità addominale, pressione arteriosa elevata, colesterolo HDL basso, glicemia a digiuno elevata, trigliceridi elevati. Se almeno tre di questi criteri sono soddisfatti, siamo in presenza di sindrome metabolica.

L’aumento dell’acido urico è un ulteriore requisito accettato da alcune scuole di pensiero per sviluppare sindrome metabolica.

Sindrome Metabolica cos'è, come si cura

Che cos’è la Sindrome Metabolica?

Non si tratta di una patologia, ma di una sindrome, appunto, dove un insieme di situazioni si presentano spesso al limite tra valori normali e alterazione patologica. Se non si interviene, nel corso del tempo è facile sviluppare malattia cardiovascolare, broncopneumopatia cronica ostruttiva, diabete.

La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) può essere anche causa di sindrome metabolica oltre che conseguenza.

Si stima che la prevalenza della sindrome metabolica a livello globale sia di circa il 25%, mentre in Italia si presume interessi circa il 25% degli uomini e il 27% delle donne.1

Sintomi e fattori di rischio

I sintomi sono pressoché inesistenti, benché talvolta si possano ravvisare i segnali di una ridotta flessibilità metabolica: circonferenza del collo (>43 cm negli uomini e >41 nelle donne)2, sonnolenza dopo i pasti, stanchezza e necessità di fare spuntini, difficoltà a concentrarsi, grasso viscerale.

In alcuni casi, sono visibili sul corpo le tracce che preludono allo sviluppo di insulino resistenza e diabete3:

  • Acanthosis nigricans. La pelle delle pieghe cutanee in alcune zone del corpo (collo, gomiti, ascelle) appare più scura, un segnale di insulino-resistenza o pre-diabete.
  • Xantomi. Lesioni cutanee di colore giallastro che vengono associate a dislipidemia.

Tra i fattori che possono aumentare il rischio di sviluppare la sindrome metabolica:

  • donne a cui è stata diagnosticata la sindrome dell’ovaio policistico,4
  • carenza di vitamina D5,
  • carenza di magnesio – che a sua volta causa carenza di vitamina D,6,
  • apporto insufficiente di vitamina B17
  • broncopneumopatia cronica ostruttiva,
  • età,
  • storia familiare di sindrome metabolica,
  • scarso esercizio fisico.

Sindrome Metabolica esami

In genere non ci sono segni o sintomi evidenti. Anche il peso e la circonferenza vita potrebbero essere nella norma. Per determinare la presenza di sindrome metabolica servono una serie di esami del sangue e la valutazione clinica.

Il medico solitamente controlla i seguenti parametri:

  • Obesità addominale,
  • Trigliceridi del sangue a digiuno,
  • Colesterolo HDL,
  • Pressione sanguigna,
  • Glicemia a digiuno.

È sufficiente rilevare anomalie in tre o più di questi test per ricevere una diagnosi di sindrome metabolica.

Dettagli per ciascun parametro

Obesità addominale

Oggi si tende sempre più a considerare come parametro per valutare l’obesità non tanto l’indice di massa corporea, quanto la circonferenza addominale, che nell’uomo non deve superare 102 cm e nella donna 88 cm.

Questo perché, essendo l’indice di massa corporea un rapporto tra peso e altezza, può essere facilmente influenzato da una muscolatura importante, ma che in realtà non è tessuto adiposo.

Trigliceridi del sangue a digiuno

Il valore dei trigliceridi, uno delle due classi di lipidi riscontrabili nel sangue, non deve superare ≥1,70 mmol per Litro.

Colesterolo HDL

Nel quadro di una insulino resistenza spesso il colesterolo HDL è troppo basso. In particolare, i valori al di sotto dei quali l’HDL non dovrebbe scendere sono:

  • < 50 mg/dL (1,3 mmol/L) per le donne
  • < 40 mg/dL (1,0 mmol/L) per gli uomini.

Pressione sanguigna

Il parametro limite a partire dal quale si considera elevata la pressione arteriosa è:

sistolica ≥130 e diastolica ≥85 mmHg.

Livelli di pressione sistolica e diastolica per la diagnosi di sindrome metabolica

Glicemia a digiuno

L’ iperglicemia non diabetica è una situazione precedente al diabete. Avere una glicemia a digiuno borderline che va da 100 a 110 mg/dl è indicativa di uno stato di alterazione glicemica.

Un test da carico di glucosio verifica se si tratta di ridotta tolleranza glucidica (pre-diabete) o diabete conclamato, attraverso la somministrazione di 75 g di glucosio liquido seguita da prelievo del sangue a distanza di 2 ore.

Valori glicemici esame per diagnosi sindrome metabolica

Come si cura la sindrome metabolica?

L’obiettivo primario della gestione clinica è quello di ridurre il rischio di sviluppare diabete e malattie cardiovascolari.

La strategia iniziale più importante dovrebbe prendere di mira soprattutto le abitudini alimentari, nonché l’attività fisica e ovviamente il vizio di fumare e di bere alcolici.

Non esistono linee guida per il trattamento farmacologico della sindrome metabolica. I farmaci prescritti dipendono dalle condizioni individuali e trattano i singoli fattori di rischio.

Il medico può prescrivere farmaci per ridurre la pressione sanguigna, il colesterolo, la glicemia e talvolta prescrive la cardioaspirina a basso dosaggio per ridurre il rischio di ictus e infarto.

Tuttavia, se non si interviene sulla dieta la situazione è destinata solo a peggiorare, nonostante i farmaci.

Il fattore di rischio più pericoloso

La sindrome metabolica e la resistenza all’insulina, secondo il Women’s Health Study, costituiscono un rischio per eventi cardiovascolari e aterosclerosi che supera di quasi 5 volte quello del colesterlo HDL basso e dell’inattività fisica.8

Ricerche più recenti confermano che l’insulina elevata, come spesso si verifica nella sindrome metabolica, può essere causa diretta di aterosclerosi, ipertensione e disfunzione endoteliale anche in persone non diabetiche.91011121314

Pertanto, è evidente che nella cura della sindrome metabolica è necessario dare la precedenza al trattamento dell’iperglicemia e dell’insulino-resistenza, rispetto ai fattori di rischio più deboli, come il colesterolo LDL elevato.

La dieta per la sindrome metabolica

Uno degli interventi maggiormente studiati per i suoi molteplici effetti positivi, che comprendono anche la riduzione dei farmaci e la remissione della sindrome metabolica e del diabete, è la dieta a ridotto apporto di carboidrati.

Un corposo numero di studi indica che la dieta low-carb dovrebbe costituire il fulcro di tutta la cura, perché riduce in modo efficace il rischio cardiovascolare.15

Questo tipo di approccio si è dimostrato efficace anche quando il peso corporeo è rimasto stabile oppure il colesterolo LDL in alcuni soggetti è aumentato invece di ridursi.16

È interessante notare che applicando un solo tipo di intervento è possibile migliorare tutti i parametri della sindrome metabolica. I valori dei trigliceridi ritornano nella norma e migliora nel complesso il profilo lipidico, riducendo anche le lipoproteine più piccole e più aterogene denominate sd-LDL, appartenenti alla categoria delle LDL ma oggetto di esame specifico.

Sindrome metabolica integratori alimentari

Esiste un’ampia gamma di integratori che hanno dimostrato di aumentare la sensibilità all’insulina, diminuire la pressione sanguigna e ridurre l’infiammazione.

Una integrazione di base è un requisito essenziale per la prevenzione, il sostegno al metabolismo energetico e a quello dell’omocisteina (primo fattore di rischio per ictus) e deve comprendere vitamine del gruppo B, vitamina C, magnesio, vitamina D.

A seconda delle situazioni, si possono associare sostanze che hanno dimostrato effetti benefici interessanti negli studi, tra cui ad esempio: curcumina, vitamina B1, berberina e silimarina, resveratrolo, betaina.

L’ideale è trovare la giusta combinazione che consenta di aumentare gli effetti benefici della dieta, favorire l’adesione al programma alimentare ricevuto dal professionista e rendere più rapido il ripristino dei valori normali negli esami del sangue.

Argomenti di salute cardiovascolare

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Monica Martinuz
Naturopata Educatrice in Nutrizione Funzionale®, Saggista, Ricercatrice autonoma e Blogger dal 2007.
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