Aritmia cardiaca: cause, fattori di rischio, rimedi naturali

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Aritmia cardiaca: anomalia della frequenza o del ritmo del battito cardiaco, provocata da un disturbo della produzione o della propagazione degli impulsi emessi dalle cellule che compongono il “sistema elettrico” del cuore. Le cause di aritmia cardica sono molteplici, ma non sempre sono chiare.

Aritmia Cardiaca: cause, fattori di rischio, cure

Dalle origini del battito all’ aritmia cardiaca

Il cuore ha una caratteristica unica rispetto a tutto il resto del corpo: l’impulso elettrico da cui dipende la contrazione del miocardio (muscolo cardiaco) non proviene dal Sistema Nervoso Centrale, bensì dal cuore stesso1.

L’innesco del ritmo cardiaco avviene nel nodo seno-atriale, un gruppo specializzato di cellule conduttrici del miocardio situato nella parete superiore e posteriore dell’atrio destro, in prossimità dell’orifizio della vena cava superiore.

Sistema elettrico del cuore

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Definito anche pacemaker o centro segnapassi, il nodo seno-atriale ha la più alta velocità di depolarizzazione. Dà inizio al ritmo sinusale, ovvero al normale schema elettrico seguito dalla contrazione del cuore.

Normalmente il battito cardiaco ha un valore compreso tra i 70 ed i 100 battiti al minuto; al di sotto dei 60 si parla di bradicardia, sopra i 100 battiti è tachicardia.

Classificazione delle aritmie cardiache

Fibrillazione atriale: la più comune delle artimie

La fibrillazione atriale (FA) è il tipo di aritmia più diffusa e in continuo aumento nella popolazione234.

La caratteristica distintiva della fibrillazione atriale è un battito cardiaco rapido e irregolare, generato da impulsi caotici che rendono le contrazioni atriali scoordinate e inefficaci.

Il flutter atriale ha un meccanismo molto simile, ma si associa ad un rischio più basso di ictus5. A livello farmacologico il trattamento previsto per il flutter atriale è il medesimo della fibrillazione atriale.

I sintomi

I sintomi più frequenti che riguardano le aritmie sono:

  • dispnea
  • ansia
  • palpitazioni
  • vertigini
  • debolezza
  • dolore al petto

Le aritmie sono pericolose perché possono aumentare il rischio di ictus. Un battito cardiaco irregolare determina un flusso di sangue rallentato nelle camere del cuore, dove basta che si fermi una minima quantità di sangue per formare un coagulo.

Fattori di Rischio

Tra i tanti i fattori che possono aumentare le probabilità di sviluppare aritmia vi sono:

  • Età
  • Abitudini: fumare, bere caffè (oltre tre tazzine al giorno), bere alcolici (oltre due bicchieri al giorno), uso di droghe illegali.
  • Farmaci
  • Livelli di vitamiana D ≤ 20 nanogrammi per millilitro6
  • Inquinamento
  • Lo stress prolungato oppure improvviso, ma molto intenso, può rallentare i naturali processi biochimici che smaltiscono l’adrenalina, un ormone che può causare spasmi arteriosi e irregolarità nel battito7.
Spasmo coronarico aritmia cardiaca
Condizioni di salute che possono favorire l'aritmia
  • Apnee notturne
  • Broncopneumopatia polmonare8
  • Difetti cardiaci, dilatazione del cuore, infarto, ipertensione mal controllata.
  • Disturbi della tiroide
  • Disturbi a carico dei reni
  • Ernia iatale9
  • Iperglicemia, diabete
  • Infezioni virali10
  • Reflusso gastroesofageo, una condizione che può aumentare il rischio di aritmia e fibrillazione atriale del 14% rispetto a coloro che digeriscono bene11. Resta ancora da chiarire il meccanismo con cui la malattia da reflusso contribuisce al disturbo del ritmo cardiaco12.

Cause di aritmia cardiaca sottovalutate?

Le cause più comuni di aritmia cardiaca non sono collegate solamente a patologie cardiache, come valvulopatia, coronaropatia, insufficienza cardiaca o stenosi dell’aorta.

Esistono molte altre cause documentate che meritano un approfondimento: glicemia elevata e diabete, carenza di magnesio, carenza ed eccesso di potassio, omocisteina elevata, ipercalcemia, istamina, inquinamento ambientale e radiazioni ionizzanti.

Senza contare che ci sono molti farmaci che possono causare aritmia.

Approfondimento
Glicemia elevata e diabete

La glicemia elevata può causare aritmia perchè disturba la normale regolazione dei canali del potassio del cuore13.

I pazienti affetti da diabete tipo 2 in trattamento con insulina sono soggetti a ipoglicemia. Ciò comporta aritmia cardiaca soprattutto nelle ore notturne, quando può essere fatale14.

Carenza di magnesio

La carenza di questo minerale può svilupparsi per svariate ragioni: un’insufficiente apporto alimentare, un aumentato fabbisogno, perdite eccessive, alterato assorbimento intestinale, assunzione prolungata di farmaci apparentemente innoqui come i protettori gastrici o inibitori della pompa protonica (ad esempio omeprazolo, pantoprazolo, ecc.)15.

La diagnosi di carenza di magnesio non può basarsi solo sul dosaggio nel sangue o nelle urine, perché il magnesio extra-cellulare (fuori dalle cellule), presente nel siero e nei globuli rossi, rappresenta solo un ∼1% del magnesio totale e in caso di carenza l’organismo risponde prelevando il magnesio dalle ossa16.

Molto più utile è la prova da carico per via intramuscolare, seguita da monitoraggio dell’escrezione urinaria. In caso di carenza, gran parte del magnesio iniettato viene trattenuto, se invece il bilancio è positivo, la maggior parte del minerale viene eliminata con le urine.

Carenza ed eccesso di potassio

I valori ematici normali di potassio sono compresi tra 3.6 e 5.2 mmol per litro. I sintomi diventano evidenti con valori inferiori a 3.0 mmol/l oppure  superiori a 6.0 mmol/l.

La carenza di potassio può condurre a diversi tipi di aritmia, tra cui: contrazioni ventricolari premature, fibrillazione ventricolare, fibrillazione atriale e persino torsione dei punti (dal francese “torsade de pointes” – TdP), una condizione potenzialmente mortale17.

Magnesio e potassio sono i due principali cationi intracellulari. L’esaurimento del magnesio conduce a una deplezione secondaria del potassio. In tal caso, la prima cosa da fare è ristabilire i livelli ottimali di magnesio, prima di utilizzare integratori di potassio1819.

L’eccesso di potassio è altresì causa di aritmia. Una potassiemia elevata ha svariate cause tra cui:

  • uso di farmaci gastroprotettori20, diuretici, ACE-inibitori, sartani.
  • disidratazione,
  • disturbi ai reni, diabete mellito scompensato, bassi livelli di aldosterone.

Omocisteina elevata

L’eccesso di omocisteina nel sangue compromette le funzioni dell’apparato cardio-circolatorio, e tra i vari disturbi troviamo anche le alterazioni del ritmo cardiaco.

Alcuni ricercatori hanno segnalato che l’omocisteina si presenta spesso elevata nella fibrillazione atriale ricorrente, determinando il ripresentarsi dei sintomi21.

Ipercalcemia

L’ipercalcemia è una condizione clinica caratterizzata da un eccesso di calcio nel sangue (concentrazioni superiori a 10.5 mg/dL nell’adulto). Può derivare da livelli di vitamina D molto elevati.

Associando la vitamina K2 alle integrazioni di vitamina D3 si possono ridurre eventuali episodi di aritmia legati alle integrazioni elevate di vitamina D, segnalati anche nel bugiardino del farmaco D-base. 

Farmaci che possono indurre aritmia222324

  • Antistaminici
  • Bifosfonati – per osteoporosi
  • Cortisone
  • Decongestionanti
  • Diuretici (causano deplezione di minerali e vitamine del gruppo B)
  • Antibiotici: tetracicline, aminoglicosidi
  • Antidepressivi
  • Inibitori di pompa protonica (gastro-protettori)25
  • Anti-aritmici
  • Antipertensivi
  • Anti-colesterolo
  • Farmaci per la cura del diabete
  • Farmaci per perdere peso
  • Farmaci per curare il cancro

Alimentazione e aritmia

Vi sono componenti presenti negli alimenti che, se consumati con una certa frequenza, possono contribuire a scatenare aritmie e problemi cardiocircolatori. Sono i solfiti, le ammine biogene, l’alcol. Dove li troviamo? Negli alimenti fermentati o mal conservati, ma anche nel pesce, nelle carni lavorate, nei salumi, nei succhi di frutta, nel vino, nel cacao, nei formaggi.

Non è necessario smettere di consumare tali alimenti: nella maggior parte dei casi è sufficiente ridurne la frequenza.

Le ammine biogene più attive sono l’istamina, la putrescina, la cadaverina, la spermidina e la spermina e derivano da alcuni degli aminoacidi maggiormente presenti negli alimenti di origine animale.

Partecipano alla degradazione/disattivazione dell’istamina: SAMe, Ferro, B6, B12, rame e vitamina C e magnesio. Se si è carenti di uno qualsiasi dei micronutrienti appena elencati o uno degli enzimi che attivano è sovraccarico – a causa dell’età, dei farmaci, dell’inquinamento o di una mutazione genetica dell’enzima MTHFR ad esempio – l’enzima DAO oppure l’enzima HNMT non funzionano correttamente, rallentando l’eliminazione dell’istamina2627.

Nel vino si trovano istamina, tiramina e putrescina. Se assorbite in concentrazioni elevate possono indurre malesseri diffusi con mal di testa, difficoltà respiratorie, palpitazioni cardiache, ipotensione e altri disturbi allergenici. L’istamina è l’ammina più tossica.

Un’alimentazione ricca di carboidrati che causa picchi glicemici frequenti e ipoglicemia durante l’arco della giornata può causare aritmia cardiaca28.

Inquinamento ambientale

“L’inquinamento dell’aria aumenta il rischio di sviluppare aritmie, coaguli sanguigni e trombi nei polmoni.” Sono le conclusioni di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della London School of Hygiene & Tropical Medicine, pubblicato sulla rivista Heart del British Medical Journal29.

Analizzando i dati relativi a Inghilterra e Galles tra il 2003 e 2009, gli studiosi hanno evidenziato che l’inquinamento dell’aria è particolarmente dannoso per le donne e per le persone anziane sopra i 75 anni, e i problemi cardiovascolari sono collegati all’esposizione a breve termine all’inquinamento.

L’inquinamento atmosferico, le sostanze chimiche ambientali e il fumo possono innescare la carenza di vitamina D: prove e potenziali meccanismi
Environment International Volume 122, January 2019, Pages 67-90

Gli studi epidemiologici hanno dimostrato che l’esposizione alle odierne concentrazioni di particolato ambientale si correla ad un consistente aumento del rischio di eventi cardiovascolari. Sono stati descritti diversi meccanismi30.

Gli inquinanti atmosferici, nel breve e nel lungo termine, possono interagire con i ritmi cardiaci attraverso lo stress ossidativo, la disfunzione della coagulazione, l’infiammazione e la disfunzione autonomica (o distonia neurovegetativa), un malfunzionamento del Sistema Nervoso Autonomo31.

Un tipo di inquinamento molto pervasivo, di cui non si parla mai, è costituito dall’elevata esposizione a basse dosi di radiazioni ionizzanti derivanti da particelle diffuse nell’aria e rilevate nei prodotti agricoli dell’intero pianeta. Rappresentano una piccola parte di un ampio spettro di radiazioni, ma sono quelle a maggiore energia e per questo possono interagire con i tessuti degli esseri viventi.
Per approfondire si veda il Rapporto inviato alla Commissione Europea – Testo in italiano: Inquinamento, effetti sulla popolazione – Zhang W 2020 PMID: 31874351

Come si cura l’ aritmia cardiaca?

È necessario tenere in considerazione un dato di fatto importante: le cure allopatiche col passare del tempo diventano sempre meno efficaci.

Perciò, è bene valutare prima possibile una integrazione funzionale adeguata per la produzione di bioenergia delle cellule cardiache, in modo da favorire una certa stabilità del loro funzionamento.

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Le opzioni terapeutiche della medicina allopatica si limitano a trattare i sintomi di aritmia cardiaca, senza considerare il ruolo biologico dei micronutrienti essenziali per l’attività cellulare del miocardio.

I trattamenti farmacologici più prescritti per normalizzare il battito cardiaco sono: beta-bloccanti,  anticoagulanti e antiaritmici. Purtroppo, l’effetto collaterale più frequente è proprio il disturbo del ritmo cardiaco32 33.

Man mano che l’aritmia peggiora, nonostante i farmaci, si ricorre, ad esempio, alla cardioversione – elettrica o farmacologica. Tale procedura può aumentare il rischio di ictus34.

Un altro trattamento che tuttavia non garantisce la totale scomparsa dell’aritmia è l’ablazione. Si tratta di una cauterizzazione di parti di muscolo cardiaco allo scopo di bloccare gli impulsi elettrici anormali.

Si procede invece all’impianto del pacemaker quando le pause tra i battiti diventano troppo lunghe.

Rimedi naturali

Attraverso due approcci naturali concreti è possibile, a seconda dei casi, evitare e ridurre l’intensità e la frequenza degli episodi aritmici, migliorando la qualità di vita: la prevenzione e l’integrazione funzionale.

1. Prevenzione

  • Evitare il vizio del fumo, l’eccesso di caffè, di alcool e di bevande energetiche
  • Fare attività fisica e seguire una dieta adeguata alle proprie esigenze
  • Mantenere il peso forma, limitare i carboidrati con una dieta low-carb
  • Mantenere nella norma la pressione del sangue
  • Dormire e mangiare a orari regolari
  • Ridurre le cause di stress
  • Assumere una integrazione funzionale al metabolismo cellulare del cuore e del sistema cardiovascolare (vedi studio clinico)
  • Sottoporsi a sedute di osteopatia viscerale, una tecnica di manipolazione corporea che può aiutare a ridurre i sintomi di aritmia soprattutto quando sono in relazione a reflusso gastroesofageo, erina iatale e stress35.

2. Integrazione funzionale

Il presupposto chiave per la normale attività del miocardio è l’energia biologica disponibile nelle relative cellule.

A livello biochimico, la bioenergia cellulare si sviluppa grazie all’attività degli enzimi, i quali possono attivarsi solo grazie alla presenza ottimale e costante di micronutrienti. Questo vale per la cellula di qualsiasi organo.

L’alimentazione, lo stile di vita e le varie sostanze chimiche, tra cui l’inquinamento, possono determinare un aumento del fabbisogno e una carenza a lungo termine di micronutrienti. Gli aspetti biochimici di tali fenomeni sono stati ampiamente descritti in numerosissimi studi.

Ad esempio, è stato dimostrato che nelle cellule del sangue, l’inquinamento ambientale crea uno sbilanciamento dei processi metilativi, aumentando di conseguenza il fabbisogno di micronutrienti3637.

Sinergia di micronutrienti testata in pazienti con aritmia cardiaca

Prima di presentare lo studio, è necessario sottolineare che all’interno delle cellule il ciclo metabolico si compie grazie alla cooperazione di gruppi di vitamine, cofattori e coenzimi. Diamo un’occhiata a quelli più studiati per favorire la regolarità del battito cardiaco.

Vitamine del gruppo B

La vitamina B1, B2, B3, B5, B6, B12 e la biotina sono vettori energetici importanti nel metabolismo cellulare.

La vitamina B1 è essenziale per la funzione ottimale delle cellule del muscolo cardiaco. Nel 1929 gli scienziati Christiaan Eijkmann e Frederick Gowland Hopkins hanno stabilito la correlazione tra cardiopatia e carenza di vitamina B1, cosa che viene puntualmente ignorata da parte dei moderni approcci medici alla cardiopatia.

Cardiopatia a carenza di vitamina B1 e1345657607485 aritmia cardiaca

Coenzima Q10

Il coenzima Q10 (CoQ10) è il componente chiave nel ciclo di formazione di energia nei mitocondri, la sede in cui si produce l’energia biologica (ATP) necessaria per far funzionare le cellule.

Un apporto ottimale di CoQ10 è particolarmente importante per le cellule del muscolo cardiaco a causa della loro elevata necessità di bioenergia. I tessuti muscolari sono la fonte più ricca di questa sostanza che ha anche notevoli proprietà antiossidanti.

Carnitina

La carnitina può essere prodotta nelle cellule del nostro corpo a partire dagli aminoacidi lisina e metionina. La lisina è un nutriente essenziale, e dato che proviene solo dalla dieta, la sua carenza è probabile.

La sintesi di carnitina richiede anche quantità adeguate di vitamina C, ferro, vitamina B6 e niacina. La carnitina è essenziale per il trasporto di acidi grassi nei mitocondri. Il suo ruolo è molto importante perché gli acidi grassi sono la fonte primaria di bioenergia per il muscolo cardiaco.

Le riserve di carnitina dipendono in gran parte dalle condizioni del nostro organismo. In tutti i casi di sindrome metabolica, diabete e assunzione eccessiva di carboidrati, la sintesi endogena di carnitina risulta inibita. Ciò determina un aumento della stanchezza generale e anche a livello cardiaco. Una dieta low-carb, con pochi carboidrati, consente di riattivare questo meccanismo biochimico e di ripristinare i livelli di questo aminoacido nell’organismo38.

Vitamina C

La vitamina C aiuta a smaltire l’istamina39, è necessaria per la produzione di carnitina ed è un importante mediatore della produzione di energia nelle cellule.

È l’antiossidante universale delle cellule del corpo, proteggendo tutti i componenti metabolici contro danni da ossidazione. La sintesi di collagene, una proteina ubiquitaria nel nostro organismo, richiede vitamina C. Chi assume farmaci betabloccanti va incontro a carenza di collagene, perché la vitamina C compete con l’azione farmacologica nei canali del calcio40

Questo meccanismo spiega l’aumento dei disturbi gengivali e del rischio di cancro al seno in seguito all’uso di farmaci betabloccanti, che quindi determinano un aumento del fabbisogno di vitamina C41.

Vitamina E

La vitamina E protegge le membrane cellulari e i componenti grassi contro i danni da radicali liberi. La vitamina E prolunga l’efficacia della vitamina C. Una eccessiva produzione di radicali liberi è stata associata a invecchiamento, danno tissutale e varie malattie.

Taurina

La taurina è un aminoacido derivato da cisteina e vitamina B6. È molto importante per una funzione cardiaca ottimale in quanto aiuta a mantenere il battito cardiaco regolare e a stabilizzare le membrane cellulari. Livelli bassi di taurina sono stati rilevati dopo un attacco di cuore. La taurina contrasta la formazione di depositi vascolari, ha effetti antinfiammatori e può essere molto utile dopo un infarto42.

Studio clinico con pazienti affetti da fibrillazione atriale parossistica

Un gruppo di ricercatori californiani ha condotto una ricerca in collaborazione con alcune cliniche tedesche, utilizzando una sinergia di micronutrienti selezionati43.

Si tratta di uno studio clinico randomizzato in doppio cieco, controllato con placebo, che ha testato gli effetti a lungo termine di un programma specifico di micronutrienti sulla riduzione clinica degli episodi aritmici, in combinazione con la terapia farmacologica.

La ricerca muove dal fatto che le cellule del muscolo cardiaco, deputate alla funzione elettrica, hanno esigenze nutrizionali straordinarie, e una specifica carenza cronica di sostanze nutritive essenziali compromette la produzione di bioenergia cellulare. Ciò può causare disturbi nella generazione e nella conduzione degli impulsi elettrici nel miocardio, consentendo lo sviluppo di un battito cardiaco irregolare.

Design dello studio

Uno studio multicentrico (uno studio clinico condotto secondo un unico protocollo svolto parallelamente in 35 cliniche in Germania) randomizzato, a doppio cieco controllato con placebo, è stato condotto per 24 settimane con 131 pazienti affetti da aritmia atriale parossistica.

Tutti i pazienti sono stati avvisati di continuare l’assunzione dei farmaci prescritti dal loro cardiologo. Il programma di integrazione nutrizionale consisteva in specifiche sostanze nutritive essenziali che funzionano in modo sinergico.

Risultati

C’è stato un effetto statisticamente significativo dei micronutrienti sulla riduzione clinica degli episodi aritmici, in contrasto con il gruppo placebo (p = 0.0160). Durante sei mesi di osservazione il numero medio di episodi per paziente è stato inferiore nel gruppo vitaminico rispetto al gruppo placebo (25,1% vs 42,4%, p = 0,037).

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Solo il 47,8% dei pazienti che avevano ricevuto l’integrazione vitaminica ha riportato sette o più episodi aritmici, in contrasto con il 73,9% del gruppo placebo.

Il numero di pazienti con più di 10 episodi (di aritmia o fibrillazione atriale) è stato significativamente inferiore nel gruppo che ha ricevuto l’integrazione (45,5%) rispetto al gruppo placebo (69,6%).

L’intervallo di tempo tra gli episodi aritmici era più breve nel gruppo placebo rispetto al gruppo a cui è stata fornita l’integrazione (Log Rank Test: p = 0.0332 for PP analysis set).

Con un periodo più lungo (sei mesi) di integrazione, il numero di pazienti senza sintomi per aritmia cardiaca o fibrillazione atriale è aumentato e la frequenza episodica è diminuita progressivamente.

Una valutazione del livello di “salute mentale”, ha mostrato un miglioramento di 7,4 punti e una diminuzione di -1,6 punti nel gruppo placebo.

Consulenza naturopatica online

Il programma di micronutrienti impiegato in questo studio fornisce una riduzione sicura e statisticamente efficace degli episodi di aritmia cardiaca, nonché un miglioramento significativo della salute generale e della qualità della vita.

Una consulenza di naturopatia online può aiutarti a personalizzare una integrazione in grado di migliorare il tuo benessere generale, in accordo con il tuo medico e compatibilmente con le cure mediche già intraprese. Se hai domande e vuoi sapere come posso esserti utile contattami qui.

Argomenti di salute cardiovascolare

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Monica Martinuz
Naturopata Educatrice in Nutrizione Funzionale®, Saggista, Ricercatrice autonoma e Blogger dal 2007.
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