Anemia e carenza di ferro: sintomi, cause, esami e rimedi

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L’anemia è un disturbo del sangue che può presentarsi in vari modi: globuli rossi anomali, in quantità inferiori alla norma oppure il loro contenuto di emoglobina è insufficiente. Come vedremo, sia le cause che i sintomi di anemia presentano molteplici sfaccettature che ne complicano la diagnosi e la cura.

Anemia e carenza di ferro: sintomi, cause, esami e rimedi

Le condizioni di salute che possono sfociare in uno stato anemico sono davvero numerose, tanto che l’anemia e la carenza di ferro riguardano quasi un quarto della popolazione mondiale, di cui quasi la metà, circa il 47%, sono bambini in età prescolare, mentre per il resto, la fascia più colpita è quella delle donne non in gravidanza1.

Anemia: non solo carenza di ferro

Anemia non è solo carenza di ferro, ma uno dei suoi tanti aspetti; se la causa non viene identificata, diagnosi e rimedi risulteranno inappropriati2.

Come appaiono i globuli rossi in caso di anemia sideropenica, megaloblastica, falciforme

L’emoglobina contenuta nei globuli rossi (eritrociti) trasporta ossigeno alle cellule dei vari tessuti del corpo, laddove si ricarica di anidride carbonica che poi rilascia nei principali organi emuntori, i polmoni e i reni.

Si parla di anemia da carenza di ferro, detta anche anemia marziale o sideropenica (dal latino sìderos = ferro e penìa = povertà), quando nell’organismo c’è meno disponibilità di ferro, il minerale indispensabile alla formazione di emoglobina nei globuli rossi.

La carenza di ferro riduce la sintesi di emoglobina e di eritrociti, a spese della quantità di ossigeno che serve ai mitocondri (le centraline energetiche della cellula) per il metabolismo ossidativo.

Spesso l’anemia sideropenica è caratterizzata anche da microcitosi e ipocromia, cioè da globuli rossi più piccoli del normale e con un ridotto contenuto di emoglobina. La deplezione di ferro riduce altresì la capacità ossidativa del muscolo diminuendo il contenuto mitocondriale di citocromi e di altri enzimi ferro-dipendenti necessari per il trasporto di elettroni e per la sintesi di ATP3.

Sintomi da carenza di ferro

I sintomi sono perlopiù il risultato di un apporto insufficiente di ossigeno e di una scarsa funzionalità degli enzimi ferro-dipendenti. In tali condizioni, l’ossigenazione e l’eliminazione delle scorie compromettono le funzioni cellulari, dando origine a sintomi di vario genere, talvolta apparentemente scollegati e incomprensibili4.

  • Stanchezza e debolezza,
  • scarsa attenzione e memoria, ridotta produttività lavorativa,
  • lingua irritata e indolenzita,
  • mani e piedi freddi,
  • cattive condizioni della pelle, delle unghie e dei capelli, compresa la perdita di capelli,
  • crepe o piaghe agli angoli della bocca,
  • infezioni frequenti e ferite che guariscono lentamente,
  • fiato corto,
  • vertigini o giramenti di testa,
  • pallore,
  • mal di testa,
  • scarso appetito, soprattutto nei neonati e nei bambini con anemia da carenza di ferro,
  • sintomi da intossicazione da piombo e mercurio e da eccessso di rame,
  • sindrome delle gambe senza riposo,
  • disturbi cognitivi e del comportamento, voglia insolita di cose strane: ghiaccio, sporcizia o amido (picacismo)5.

È risaputo che, se non viene affrontata, l’anemia può provocare disturbi cognitivi permanenti e ritardi nello sviluppo fisico. In genere, la soluzione più semplice è l’integrazione di ferro. Tuttavia, se la carenza di questo minerale non è la radice del problema, si può rischiare un sovraccarico di ferro.

Pertanto, è estremamente importante indagare le origini di ciascun caso di anemia67.

Esami del sangue per anemia

La diagnosi di anemia e l’identificazione della causa talvolta rappresentano una vera e propria sfida al fine di predisporre un trattamento appropriato ed efficace.

Di norma, per verificare la presenza di anemia sideropenica serve il dosaggio della ferritina, del ferro sierico, della capacità totale di legare il ferro e dei livelli di MCV (volume corpuscolare medio)8.

Il seguente elenco di esami può contribuire a una miglior comprensione del metabolismo del ferro.

Ferritina

La ferritina è la proteina di deposito del ferro. È l’indicatore più affidabile dello stato del ferro totale ed è il primo marcatore di una precoce deplezione. Quando è bassa indica una carenza di ferro9. La ferritina è un reagente di fase acuta e quando è elevata è sospettabile una patologia importante in corso.

Valori elevati possono indicare: una sindrome emolitica, infiammazione, malattia autoimmune, neoplasia, epatite, etilismo, cirrosi e talassemia. Un valore più basso rispetto al normale può dipendere da emorragie, alterazioni dell’assorbimento del ferro, gravidanza, anemie, tubercolosi.
Nelle condizioni infiammatorie in cui il ferro è elevato, è importante valutare anche la capacità totale di legare il ferro (TIBC) per identificarne l’insufficienza.

Sideremia

Sideremia
È la quantità di ferro ematico “libero” ovvero non legato all’emoglobina.
Un aumento dai valori standard può dipendere da sindromi emolitiche (globuli rossi che si spaccano e il loro contenuto di ferro si riversa nel plasma), anemia perniciosa (globuli rossi enormi e instabili, facili alla rottura), aplasia del midollo, etilismo acuto, epatite, cirrosi epatica, anemia sideroblastica.

Un decremento può riflettere una varietà di situazioni, tra cui: alimentazione sbilanciata, gravidanza e allattamento, mestruo abbondante, emorragia, tubercolosi, interventi chirurgici, neoplasie, infiammazioni croniche.
L’intervallo di laboratorio per il ferro sierico varia a seconda dell’età e del sesso:

  • uomo = 80-170 microgrammi per dL,
  • donna = 60-140 microgrammi per dL,
  • neonato = 170-190 microgrammi per dL alla nascita e 50-70 dopo 2-3 mesi.
  • Anziani: 40-80 microgrammi per dL.
Transferrina

Transferrina
È la principale proteina di trasporto del ferro prodotta dal fegato. Il range di normalità è tra i 200 e i 400 milligrammi per dL.
Un valore aumentato può dipendere da carenza di ferro, anemia sideropenica, emorragie, gravidanza, assunzione di anticoncenzionali.
Un livello più basso della norma può indicare un eccesso di ferro dovuto a ematocromatosi, trasfusioni ripetute, epatopatie. In età neonatale e senile livelli più bassi sono considerati fisiologici.

TIBC - Total Iron Binding Capacity

Capacità totale di legare il ferro o TIBC (dall’inglese “Total Iron Binding Capacity”)
TIBC misura la capacità di legare il ferro delle proteine plasmatiche che lo trasportano.
In sostanza, è il rapporto tra ferro totale presente nel siero e transferrina.
Trasferrinemia e TIBC in genere hanno un andamento sovrapponibile, ma possono essere utili entrambe per avere un quadro più completo del metabolismo del ferro10. L’intervallo clinico di laboratorio per la TIBC è di 250-450 ug/dL.

Emoglobina

L’emoglobina è la proteina presente nei globuli rossi che, con suoi quattro atomi di ferro, trasporta l’ossigeno alle cellule e l’anidride carbonica ai polmoni per essere espirata.

Può essere bassa nell’anemia da carenza di ferro e alta nel sovraccarico di ferro. Questo parametro viene rilevato attraverso l’ematocrito ed è parte integrante di una valutazione sia dello stato di salute, che della risposta a una terapia.
I valori normali per i maschi adulti: 14-18 g/dl; dopo la mezza età: 12.4-14.9 g/dl.
Per le femmine adulte: 12-16, dopo la mezza età: 11.7-13.8 g/dl.

Ematocrito

Ematocrito (Ht oppure HCT – abbreviazione di hematocrit)
È il rapporto percentuale tra globuli rossi e plasma; ad esempio, un valore del 29% significa che ci sono 29 ml di globuli rossi in 100 ml di sangue. Quando è elevato aumenta il rischio di infarti e ictus. Negli atleti un livello basso favorisce le prestazioni.
L’ematocrito è elevato in tutti i casi di elevata perdita di liquidi, policitemia (sovrapproduzione di emoglobina), insufficienza renale acuta, uso di farmaci dopanti, patologie a carico dei polmoni.

Può essere basso dopo il 3° mese di gravidanza, con il protrarsi di un allenamento aerobico, a casua di anemia da carenza di ferro, sanguinamento eccessivo, patologie oncologiche, carenze di micronutrienti essenziali e malattie che distruggono i globuli rossi. Gli intervalli clinici di laboratorio sono compresi tra 38-52% per gli uomini, 36-46% per le donne.

Conta degli eritrociti

Conta eritrocitaria (RBC – abbreviazione di Red Blood Cell)
Quantifica il numero totale di eritrociti presenti nel sangue.
Come parte dell’emocromo, serve per una generale valutazione dello stato di salute della persona. Il valore che risulta dalla conta viene espresso per numero di globuli rossi per microlitro di sangue. Eventuali cambiamenti nella conta rispecchiano le alterazioni nei valori di ematocrito e di emoglobina.

Dimensioni e volume dei globuli rossi

RDW (acronimo inglese di Red blood cells Distribution Width)
È una stima della variazione del volume e delle dimensioni dei globuli rossi.
Si tratta di buon indicatore del rischio di mortalità per tutte le cause, oltre a riflettere l’infiammazione generale e lo stress ossidativo11.

Volume corpuscolare medio

MCV (Mean Corpuscular Volume)
Volume corpuscolare medio. Misura la dimensione media dei globuli rossi: se sono più grandi del normale (megalociti), l’esame mostra un valore di MCV alto. Viene espresso in femtolitri (fl = 10-5 litri) per cellula e i valori normali sono compresi tra 80 fl e 100 fl. Un MCV basso può dipendere da microcitosi (globuli rossi più piccoli della norma) o carenza di ferro. Un MCV elevato può dipendere da carenza/mancato assorbimento di vitamine.

Contenuto medio di emoglobina per globulo rosso

MCH
Mean Corpuscolar Haemoglobin – emoglobina corpuscolare media. Si tratta della quantità media di emoglobina per globulo rosso.
Livelli elevati indicano un’anemia megaloblastica associata a carenze di folati – B12. Livelli bassi indicano un’anemia microcitica, tipicamente associata a perdita di sangue, carenza di ferro nella dieta, malassorbimento intestinale e malattie ereditarie come la talassemia.
Gli intervalli clinici normali sono compresi tra 26 e 32 pg.

Quantità media di emoglobina in base alla grandezza del globulo rosso

MCHC
L’acronimo di Mean Corpuscular Haemoglobin Concentration, significa concentrazione media di emoglobina corpuscolare. Indica quanta emoglobina è contenuta in media all’interno di un globulo rosso in base alle sue dimensioni. Una diminuzione di questo valore indica anemia ipocromica o da carenza di ferro. Livelli elevati di MCHC indicano problemi di metilazione ed è un’anemia megaloblastica. Gli intervalli di laboratorio sono compresi tra 32 e 36%.

MCHC, MCV e MCH sono i cosiddetti indici corpuscolari, cioè riguardano la valutazione delle singole cellule e sono usati per stabilire quale tipo di anemia abbiamo di fronte. Per stabilire la gravità dell’anemia si affiancano i valori di concentrazione di emoglobina e dell’ematocrito. Mentre l’MCH misura la quantità di emoglobina per ogni globulo rosso, in termini di valore assoluto, l’MCHC misura la percentuale di emoglobina all’interno del globulo rosso, mettendo subito in risalto la dimensione del globulo rosso.

Ad esempio, un globulo rosso con una quantità di emoglobina normale, ma di grandi dimensioni, apparirà più pallido. Quindi se MCH, ovvero la quantità di emoglobina, è normale, l’MCHC segnala invece che la percentuale di emoglobina nell’eritrocita è troppo bassa.

Confronto fra Tipi di Anemia Carenza di Ferro

Domande frequenti su anemia e carenza di ferro

Quanti tipi di anemia esistono e quali sono i più frequenti?
  • Anemia microcitica – È il tipo di anemia più comune in tutto il mondo. È caratterizzata da globuli rossi piccoli, spesso ipocromici (pallidi). Un esempio di anemia microcitica è l’anemia mediterranea (beta-talassemia). La causa è un deficit di ferro nella dieta o il suo mancato assorbimento12.
  • Anemia sideroblastica – L’emoglobina non riesce a incorporare il ferro all’interno dei globuli rossi, disturbandone lo sviluppo. Si formano dei precursori degli eritrociti anomali: i sideroblasti. Inoltre, gli eritrociti possono risultare ipocromici e più piccoli. Le cause possono essere molteplici, tra cui una possibile carenza di vitamina B6 o un’alterazione del suo metabolismo.
  • Anemia megaloblastica – Nel ciclo di maturazione dei globuli rossi, i megaloblasti sono dei precursori anomali. Questo tipo di anemia fa parte delle anemia macrocitiche, ed è caratterizzato da globuli rossi più grandi del normale e da alterazioni cellulari a livello del midollo osseo. Le cause più frequenti di megaloblastosi e più in generale di anemia macrocitica sono una carenza o un utilizzo difettoso della vitamina B12 o dei folati. Alcune mutazioni genetiche, come l’MTHFR ad esempio, impediscono la corretta elaborazione di queste vitamine. Da ciò può derivare anche l’anemia perniciosa, cioè da carenza vitaminica13.
  • Anemia come conseguenza di malattie croniche – Il cancro, l’HIV/AIDS, l’artrite reumatoide, le malattie renali, il morbo di Crohn e altre malattie infiammatorie croniche, possono essere causa di anemia.
  • Anemia aplastica – Questo tipo di anemia è rara ed é pericolosa per la vita. Il corpo non produce abbastanza globuli rossi. Le cause dell’anemia aplastica includono infezioni, farmaci, malattie autoimmuni ed esposizione a sostanze chimiche tossiche.
  • Anemie associate a problemi del midollo osseo – Una serie di malattie, come la leucemia e la mielofibrosi, possono causare anemia poiché influenzano l’attività del midollo osseo, talvolta in modo grave.
  • Anemie emolitiche – Questo gruppo di anemie si sviluppa quando i globuli rossi vengono distrutti più velocemente di quanto il midollo osseo riesce a produrre. Può essere anche ereditaria. In genere dipende da un problema di autoimmunità.
  • Anemia falciforme – Si tratta di una condizione ereditaria, talvolta grave, ed è un’anemia emolitica. È causata da una forma difettosa di emoglobina che costringe i globuli rossi ad assumere una forma anomala a mezzaluna (falce). Queste cellule irregolari muoiono prematuramente, causando una carenza cronica di globuli rossi.
  • Altre anemie – Esistono diverse altre forme di anemia, tra cui la talassemia, una forma di anemia ereditaria che disturba la sintesi di emoglobina e l’anemia malarica, una manifestazione comune in tutti i tipi di malaria.
Quali fattori influenzano l'assorbimento e la ritenzione del ferro?

Il fattore più importante è il livello di ferro presente nell’organismo in un dato momento. Un livello di ferro basso ne aumenta l’assorbimento, mentre un livello di ferro alto lo diminuisce. In generale, dagli alimenti si assorbe il 10-15% del ferro.

Gli alimenti vegetali forniscono solo ferro non eme (detto anche ferro non emico). Nei prodotti di origine animale invece si trova anche il ferro eme (o ferro emico), perché è quello che si lega all’emoglobina, e quindi molto più biodisponibile rispetto a quello di provenienza vegetale.

L’eme è un complesso chimico membro di una famiglia di composti chiamati porfirine che, tra le varie funzioni, sono anche responsabili del colore del sangue e delle piante.

L’assorbimento del ferro non eme migliora grazie all’integrazione di vitamina C (+85%), mentre peggiora con l’assunzione di alcuni alimenti e bevande di origine vegetale.

Sostanze che ostacolano l’assorbimento del ferro

I composti polifenolici presenti nel caffè, nel tè nero e nelle tisane possono inibire notevolmente l’assorbimento del ferro non eme14. Questo effetto può essere ridotto dalla presenza di vitamina C15.

Se si assumono integratori di calcio è bene prenderli la sera e mai durante i pasti, in quanto il calcio interferisce con l’assorbimento del ferro eme e non eme16.

Prodotti a base di soia (le proteine), alimenti ad alto contenuto di fibre e fitati, come i cereali e la crusca ad esempio, possono ostacolare l’assorbimento del ferro17.

Fonti

Quando si rischia un sovraccarico di ferro?
Il rischio di sideremia elevata aumenta con l’età, quando il ferro tende ad accumularsi in diversi organi, tra cui cervello, fegato, pancreas e cuore.

Invecchiando l’escrezione di ferro può diventare sempre meno efficiente nella maggior parte degli uomini e delle donne che sono in postmenopausa. A causa dei rischi associati, gli uomini sopra i 40 anni e le donne sopra i 50 dovrebbero sottoporsi a un controllo annuale dei livelli di ferro, TIBC e ferritina.

L’eccesso di ferro accelera l’invecchiamento creando stress ossidativo, danni alle cellule mitocondriali, cambiamenti indesiderati del DNA che possono favorire lo sviluppo di cellule neoplastiche.

Difatti, il sovraccarico di ferro è stato collegato a un’ampia gamma di disturbi, tra cui: artrite, fragilità ossea, disturbi dei reni, cancro, malattie cardiovascolari, disturbi della tiroide, aritmie cardiache e disordini neurologici18.

L'anemia è mai stata collegata a immunizzazione?
Si, sono stati riportati alcuni casi in letteratura. Tuttavia, è difficile conoscere la frequenza di anemia in seguito a immunizzazione; nello specifico si tratta di:

anemia emolitica autoimmune.19202122

Oltre ai casi documentati di anemia autoimmune in seguito a immunizzazione, i principali fattori ambientali che possono causare e aggravare i disturbi autoimmuni sono:

  • sensibilità al glutine, OGM,
  • disfunzione intestinale,
  • stress neurologico,
  • tossine, muffe, inquinamento,
  • stress e sovraccarico dei surreni,
  • infezioni.

Una dieta di eliminazione degli alimenti ipersensibilizzanti (ad esempio il nichel) potrebbe in alcuni casi ridurre l’irritazione e l’infiammazione delle pareti intestinali, migliorando i sintomi e l’assorbimento del ferro.

Quali sono le migliori fonti alimentari di ferro?

  • Manzo nutrito con erba
  • Fegato di pollo allevato al pascolo (fonte migliore)
  • Tuorlo d’uovo allevato al pascolo
  • Agnello
  • Lenticchie
  • Verdure a foglia: Spinaci, bietole, bietole da costa, cime di rapa
  • Broccoli
  • Anacardi, nocciole, pistacchi.

Fonte: usda.gov

Alimenti ricchi di folati

  • Manzo nutrito con erba
  • Fegato di pollo allevato al pascolo (migliore fonte)
  • Tuorlo d’uovo
  • Fagioli e Lenticchie
  • Mandorle
  • Avocado
  • Spinaci
  • Barbabietola
  • Cavoletti di Bruxelles
  • Broccoli
  • Cavolo

Fonte: usda.gov

Alimenti ricchi di Vitamina B12

  • Fegato di manzo nutrito con erba
  • Fegato di pollo allevato al pascolo
  • Manzo nutrito con erba
  • Pollo allevato al pascolo
  • Uova da galline allevate al pascolo
  • Latte crudo
  • Formaggio crudo
  • Yogurt naturale da animali alimentati a erba
  • Alimenti fermentati

Gli alimenti fermentati come crauti, kimchi, kefir di cocco, verdure fermentate assortite, formaggi crudi e yogurt forniscono probiotici naturali che aiutano a fertilizzare l’intestino con microbi sani. Questi microbi aiutano a guarire il rivestimento intestinale, ad assorbire sostanze nutritive, tra cui anche ferro, B12 e folati, a ridurre le infiammazioni e a rafforzare il sistema immunitario.

Fegato

Il fegato è un’ottima fonte di proteine, ferro, tutte le vitamine del gruppo B (comprese la B12 e i folati), quantità equilibrate di vitamina A, molti oligoelementi e minerali tra cui rame, zinco, cromo, fosforo e selenio, acidi grassi essenziali EPA, DHA e AA, nonché il potente antiossidante CoQ10.

Fonte: usda.gov

Come risolvere l’anemia

Migliorare l’assorbimento può essere uno dei primi passi per trattare e risolvere l’anemia. Batteri e parassiti, permeabilità intestinale e infiammazione possono interferire con l’assobimento dei nutrienti.

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Inoltre, come vedremo, è molto importante fornire una integrazione funzionale al metabolismo cellulare, dato che alcune vitamine, benché idrosolubili, talvolta non vengono correttamente assorbite e possono persino creare accumuli nocivi.

Risolvere le infezioni gastrointestinali

L’H. Pylori e la sovracrescita batterica dell’intestino tenue (SIBO) possono dare origine a carenza di acidi gastrici e permeabilità intestinale. Entrambi questi disturbi possono interferire con il processo di assorbimento del ferro e delle vitamine B essenziali per la formazione dei globuli rossi.

…la cosiddetta sindrome celiaca… è causata dalla reazione anticorpale diretta contro due specie batteriche, Helicobacter Pylori e Mycobacterium paratuberculosis ssp. Avium (Tuberculinum Avis) che possono essere presenti anche singolarmente;

tale condizione determina tanto la sindrome celiaca propriamente detta, in soggetti geneticamente predisposti, con positività dei titoli anticorpali anti-gliadina e anti-transglutaminasi, quanto le molto più numerose forme fruste o borderline caratterizzate comunque da disturbi vari quali frequente diarrea, malassorbimento, soprattutto del ferro, gonfiore addominale, ecc…;

la letteratura legata alla ricerca pura riporta la presenza nei celiaci di significativi titoli anticorpali verso le specie batteriche citate, ma non vengono interpretati correttamente a causa dell’ottusa pretesa di trovare una causa unica anziché due, indipendenti tra di loro.

Dottor Fabio Riccobene
Medico chiururgo

Tratto dal libro: Stress, Alimentazione, Infiammazioni nascoste

Risolvere tali condizioni talvolta può rivelarsi l’elemento chiave che può spegnere molti sintomi, anemia compresa.

Guarire la permeabilità intestinale

L’intestino diventa permeabile quando gli enterociti, le cellule della parete intestinale, presentano giunzioni allentate.

Tra gli elementi che causano la divisione di queste cellule vi sono: FANS, antibiotici, squilibri glicemici, tossine ambientali, agenti patogeni, pesticidi, squilibri ormonali e cibi elaborati.

Una volta che le cellule del rivestimento intestinale si sono atrofizzate e hanno iniziato ad allentarsi, possono passare particelle di grandi dimensioni che normalmente non sarebbero in grado di attraversare il rivestimento intestinale.

Ciò può provocare infezioni, autoimmunità, diminuzione dell’assorbimento dei nutrienti e anemia.

Integrazione funzionale

Le sperimentazioni cliniche che seguono vanno dall’integrazione del ferro a quella di altri importanti nutrienti come colina alfoscerato, alga clorella e spirulina.

Integratori di ferro

Il ferro è un minerale essenziale noto per consentire il trasporto di ossigeno nelle cellule dei tessuti del corpo.

Tranne in caso di carenza, l’integrazione di ferro non ha dimostrato alcun beneficio; al contrario, può indurre intossicazione da ferro. L’organismo ha una risposta fisiologica che lo aiuta ad aumentare l’assorbimento del ferro in risposta a un feedback negativo sulle riserve di ferro.

Tuttavia, questa risposta è minima, e a seconda della gravità della deplezione di ferro, potrebbe servire molto tempo per riportare l’organismo a livelli ottimali. Una perdita significativa di ferro richiede una integrazione mirata23.

Valutazione clinica dell'efficacia del trattamento con il ferro tra le donne donatrici di sangue non anemiche ma con carenza di ferro: uno studio randomizzato controllato. → PubMed

Pubblicazione

Studio randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, con 154 donne donatrici di sangue con carenza di ferro, ma non anemiche, hanno assunto 80 mg di solfato ferroso o placebo per 4 settimane.

Alla fine del periodo, l’emoglobina e la ferritina erano aumentate di più nel gruppo del ferro, ma non c’erano differenze sostanziali nella riduzione della fatica. Non si sono verificati cambiamenti nella forma fisica misurata con il test del passo di Chester – test che valuta la capacità aerobica.
Nota
Bernard Favrat ha tenuto conferenze per Pierre Fabre Médicament e Vifor Pharma, aziende che potrebbero avere un interesse nel lavoro presentato. Gli altri autori non hanno interessi in competizio
ne.

L'integrazione di ferro migliora la resistenza alla fatica progressiva durante l'esercizio dinamico degli estensori del ginocchio in donne non anemiche e prive di ferro. → PubMed

Pubblicazione

Studio randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, durato 6 settimane, in cui hanno partecipato 20 donne con bassi livelli di ferro, ma non anemiche. Sono stati formati a caso due gruppi: uno ricevente 20 mg di ferro al dì da solfato ferroso e l’altro un placebo.

Al termine del periodo, l’emoglobina è rimasta invariata, ma la ferritina, il ferro sierico e la saturazione di trasferimento sono aumentati in misura significativamente maggiore nel gruppo del ferro rispetto al gruppo del placebo.

I partecipanti sono stati sottoposti a un test di estensione dinamica del ginocchio per misurare le contraddizioni statiche massime volontarie e quindi l’affaticamento muscolare. Il gruppo del ferro ha registrato una minor perdita di forza nell’arco di 6 minuti rispetto al gruppo placebo, con una differenza statisticamente significativa.

Studio randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo sull'integrazione di ferro in donne soldato durante l'addestramento militare: effetti sullo stato del ferro, sulle prestazioni fisiche e sull'umore. → PubMed

Pubblicazione

Sono state coinvolte 219 soldatesse in addestramento che hanno ricevuto in modo casuale 100 mg di solfato ferroso oppure placebo per 8 settimane. Tra le partecipanti vi erano 28 anemiche e 35 carenti di ferro.

Al termine del periodo, la ferritina è diminuita in entrambi i gruppi, ma meno nel gruppo che aveva assunto il ferro, mentre l’emoglobina è aumentata in modo simile in entrambi i gruppi.

Le prestazioni fisiche, valutate in base al tempo di corsa sulle 2 miglia, sono rimaste invariate nei soggetti con livelli ematici di ferro normali, sono migliorate in modo non significativo per coloro che avevano carenza di ferro ma non anemia e sono migliorate in modo significativo nei soggetti con anemia ferropriva.

Si è registrato un miglioramento statisticamente significativo del vigore nel “Profile Of Mood States” rispetto al placebo, ma non per altri test. Non è chiaro se lo stato del ferro sia stato un fattore di miglioramento.

I partecipanti con carenza di ferro avevano maggiori probabilità di avere dei miglioramenti per depressione e affaticamento, anche se la differenza non era statisticamente significativa rispetto al placebo.

Colina alfoscerato

Colina alfoscerato (o alfa-GPC) è un composto naturale colinergico che può ridurre il declino cognitivo, la perdita di memoria, migliorare i tempi di reazione degli atleti e che ha anche dimostrato di migliorare l’assorbimento del ferro.

L-alfa-glicerofosfolina può contribuire a migliorare l'assorbimento del ferro non eme della carne al pari della vitamina C. → PubMed

Pubblicazione

Studio randomizzato controllato condotto con 13 donne in salute e normopeso. L’assunzione di 46 mg di alfa-GPC (dose in rapporto 2:1 tra alfa-GPC / ferro) in un pasto base di lasagne ha migliorato l’assorbimento del ferro in misura simile alla vitamina C.

Alga clorella

La clorella è un’alga utilizzata come integratore in quanto fonte biodisponibile di ferro e vitamina B12 e che ha dimostrato interessanti effetti benefici.

L'integrazione di Chlorella pyrenoidosa riduce il rischio di anemia, proteinuria ed edema nelle donne in gravidanza. → PubMed

Pubblicazione

Studio non randomizzato né controllato condotto con 70 donne sovrappeso o obese tra i 18 e i 44 anni. Durata: 1-6 mesi. Sono stati somministrati 6 g di clorella al giorno, i valori ematici sono aumentati e il rischio di anemia si è ridotto; sono stati osservati anche una minor proteinuria urinaria e una riduzione dell’edema agli arti inferiori.

Alga spirulina

La spirulina è un’alga ricca in sostanze nutritive che può offrire benefici cardiovascolari e anti-invecchiamento. Le sue proprietà immunomodulanti sono in studio nelle allergie e nell’asma.

Effetti della Spirulina sull'anemia e sulla funzione immunitaria negli anziani. → PubMed

Pubblicazione

La somministrazione di 3 g di Spirulina al giorno per 12 settimane in persone anziane con una storia di anemia ha migliorato i parametri ematici (senza influenzare i globuli rossi) e aumentato la conta dei globuli rossi. Il gruppo dei partecipanti era composto da 40 persone di entrambe i sessi, tra i 45 e i 65 anni, normopeso e obesi.

Argomenti di salute cardiovascolare

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Monica Martinuz
Naturopata Educatrice in Nutrizione Funzionale®, Saggista, Ricercatrice autonoma e Blogger dal 2007.
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