La vitamina B6 (piridossina) è un’affascinante molecola ancor oggi oggetto di studio, coinvolta in oltre 160 reazioni biochimiche. È un cofattore essenziale per la regolazione dell’attività metabolica delle cellule, con un impatto sulla fisiologia generale1.
Svolge altresì attività antiossidante ed è in grado di ridurre il livello dei prodotti finali della glicazione avanzata (AGE)2.
L’unico modo per ottenere B6 è attraverso la nutrizione pertanto è plausibile un livello non ottimale. La carenza sublinica di vitamina B6 è stata collegata a molteplici sintomi e disturbi accomunati da infiammazione di basso grado, tra cui: diabete, cancro, malattie cardiovascolari, infiammatorie, autoimmuni, depressione, sindrome metabolica e forme influenzali gravi.
Oltre ad approfondire i suddetti argomenti in relazione alla piridossina, questo articolo esplora sia le cause di livelli elevati nell’organismo che quelle di aumentato fabbisogno, come ad esempio:
- gravidanza e menopausa,
- in caso di attività fisica intensa,
- in seguito a un’alimentazione ricca di zuccheri e amidi,
- disturbi e malattie tra cui il diabete,
- alcuni farmaci (anticoncezionali, antinfiammatori e altri),
- l’avanzare dell’età,
- particolari condizioni genetiche.
Come funziona la vitamina B6
Scoperta nel 1934, inizialmente come fattore anti dermatite, da Paul György3, professore di pediatria all’Univeristà della Pennsylvania, il significato nutritivo della vitamina B6 non è stato ancora del tutto chiarito.
Dopo l’assorbimento intestinale, nel digiuno, le forme di B6 inattive vengono convertite nel fegato in piridossal 5′-fosfato (PLP)9 e nell’intestino stesso10 in forme bioattive che si legano all’albumina sierica11 per essere trasportate ai tessuti periferici.
Inizialmente si pensava che l’assorbimento intestinale della vitamina B6 avvenisse tramite diffusione passiva nel ratto1213.
Studi sull’uomo condotti su cellule intestinali isolate (Caco-2) hanno rilevato un trasportatore saturabile, dipendente dalla concentrazione e dal pH, in grado di assorbire PLP e piridossamina14.
Fonti, fabbisogni, effetti avversi
Disclaimer !In molti vegetali si trova una forma di vitamina B6 denominata piridossina glucoside, la cui biodisponibilità è dimezzata rispetto ad altre fonti15. Per questo motivo, chi segue una dieta vegetariana stretta dovrebbe utilizzare una integratore adeguato.
In una dieta mista invece è stato calcolato che la biodisponibilità aumenta fino al 75% circa16.
Fonti di vitamina B6
Alimenti | Porzioni | B6 in mg |
---|---|---|
Patate al forno | 1 media | 0.70 |
Tacchino (cotto) | 85 g | 0.69 |
Cereali fortificati | 1 tazza | 0.5-2.5 |
Avocado | 1 medio | 0.52 |
Pollo (cotto) | 85 g | 0.51 |
Salmone (cotto) | 85 g | 0.48-0.80 |
Spinaci cotti | 1 tazza | 0.44 |
Banana | 1 media | 0.43 |
Prugne secche, snocciolate | 1 tazza | 0.36 |
Nocciole tostate | 30 g | 0.18 |
Altre fonti di piridossina sono: lievito di birra, uova, fegato, reni, piselli, germe di grano, noci.
Dosi raccomandate
Principali raccomandazioni suddivise per età e condizione.
Periodo | Età | mg / al dì |
---|---|---|
Neonati | 0-6 mesi | 0.1 |
7-12 mesi | 0.3 | |
Bambini | 1-3 anni | 0.5 |
4-8 anni | 0.6 | |
9-13 anni | 1.0 | |
Adolescenti | 14-18 anni | 1.3 |
Adulti | 19-50 anni | 1.3 |
Dopo i 50 | 1.7 | |
Gravidanza | 1.9 | |
Allattamento | 2.0 |
Effetti avversi
In dosi massicce di 6 grammi al giorno e per periodi prolungati di tempo, oltre un anno, la vitamina b6 è tossica e può causare neuropatia periferica.
Negli esseri umani la tossicità massima è stata rilevata con dosi elevate di circa 5 g (300.000% della dose giornaliera ammissibile) o superiori1718.
Tuttavia, nel 1985, su 16 pazienti trattati per neuropatia riducendo la megadose di partenza di 5 g di piridossina al giorno, 1 persona mostrava ancora segni del disturbo con una dose minima al di sotto di 1 g [articolo originale non reperibile n.d.r.] 19.
Sintomi e cause di carenza di B6
Tra i possibili sintomi di carenza marginale e grave si segnalano: depressione, anemia, diabete, crampi, dolori mestruali, ritenzione idrica premestruale, dermatiti, diminuita resistenza alle malattie, lingua e bocca infiammate, labbra screpolate e doloranti, neuropatie, confusione e insonnia20.
Secondo il dottor P. György21 il fabbisogno reale di moltissime persone è di almeno 10 volte superiore il quantitativo raccomandato. In particolare:
- durante le ultime 2 settimane di ciclo mestruale;
- per chi fa uso di estrogeni;
- se si assume molte proteine (diete per sportivi);
- per coloro che assumono cortisone, steroidi, e altri farmaci (vedi oltre);
- per le donne in gravidanza;
- dai 30 ai 60 anni e oltre, quando il livello di coenzima B6 nel corpo passa da 11,3 a 7,1 μg, e poi quando verso i 60 anni scende a 3,4 μg.
Gli atleti ad alte prestazioni possono trarre beneficio dagli integratori di vitamina B6, poiché l’esercizio fisico ne aumenta l’escrezione22. Uno studio ha riportato livelli più bassi di B6 negli atleti di resistenza dopo le gare23.
Determinati alimenti possono influire negativamente sui livelli di B6. Si è visto che PLP diminuisce dopo poche ore dall’ingestione di carboidrati2425.
Basi molecolari di alcuni sintomi
Vi sono alcuni meccanismi biomolecolari a cui è interessante dare un’occhiata per meglio comprendere l’instaurarsi di due condizioni chiave relative a uno stato carenziale di vitamnia B6: l’infiammazione di basso grado e la mancanza di energia.
Infiammazione
La PLP è coinvolta nella trasformazione della sfingosina-1-fosfato (S1P) che si forma nelle piastrine e poi viene immagazzinata nei globuli rossi, dove è protetta dalla decomposizione.
S1P è un potente regolatore dell’infiammazione e svolge un ruolo importante nel rilascio dei linfociti dagli organi linfoidi (midollo, timo, milza, sistema linfatico, endotelio, ecc.)
In caso di carenza di PLP, questa liasi viene inibita e i linfociti rimangono “intrappolati” negli organi linfatici secondari2627.
Ciò conduce a 28.
e immunosoppressione, nonché esacerbazione locale dei processi infiammatori, incrementando la secrezione di citochine pro-infiammatorieIl ripristino della funzione omeostatica del sistema S1P attraverso il reintegro di PLP può consentire un aumento dell’immunità e il mantenimento di un equilibrio che permette di controllare la replicazione virale senza l’espressione incontrollata di citochine29.
Carenza di B6 e stanchezza
Nel metabolismo del triptofano, la PLP è un cofattore degli enzimi della via della chinurenina. Un esempio è la chinureninasi, l’enzima che converte la 3-idrossichinurenina in 3-idrossiantrano.
In caso di carenza di PLP, al posto del 3-idrossiantrano si forma lo xantato, un indicatore della carenza di vitamina B6 nell’organismo. La verifica dei livelli di B6 nell’organismo si esegue con il test da carico di triptofano.
Difatti, la carenza di PLP, interrompendo il catabolismo del triptofano in NAD+, riduce la formazione di energia e la resistenza allo stress3031.
Deficit enzimatico e fabbisogno
Il deficit dell’enzima – piridoss(am)ine 5′-fosfato ossidasi (PNPO) – che attiva la vitamina B6, è caratterizzato da una serie di crisi epilettiche nel periodo neonatale o più tardi. Indipendentemente dall’età di insorgenza, le crisi rispondono al trattamento con vitamina B6 per tutta la vita32.
Nel fegato, una mutazione che disturba l’enzima aminotransferasi (AGT) conduce a una maggior escrezione di ossalato urinario. Dosaggi crescenti di vitamina B6 possono ridurre l’eccesso di ossalato e dunque la formazione di calcoli urinari33.
Poliformismi genetici che riguardano il funzionamento dell’enzima MTHFR determinano un fabbisogno maggiore specifico per le forme attive di B6.
Emodialisi
Bassi livelli di vitamina B6 sono un marker importante che indica infiammazione elevata nei pazienti in emodialisi36.
Farmaci e interazioni
L’integrazione di vitamina B6 va valutata secondo il tipo di farmaci che si sta assumendo. Non tutti i farmaci ne riducono la concentrazione allo stesso modo.
Un’insufficienza di vitamina B6 è stata associata nelle donne che fanno uso di contraccettivi a basso dosaggio3738 ed anche in seguito durante l’interruzione e la successiva gravidanza39.
Altri farmaci che interferiscono con il metabolismo della vitamina B640:
- Isoniazide e Cycloserine (Seromycin), per il trattamento della tubercolosi
- Idralazina (Apresoline), per trattare la pressione alta
- Penicillamina, per trattare l’ artrite reumatoide
- Teofillina (TheoDur), per trattare l’asma
- FANS
Cause di vitamina B6 alta
Alcune persone sono soggette ad alti livelli di vitamina B6 senza assumere alcun integratore. Tale situazione potrebbe essere dovuta a ipofunzionalità enzimatica oppure a ipofosfatasi. Vediamo in breve entrambe queste situazioni.
In assenza di integratori, il dosaggio della vitamina B6 può mostrare livelli elevati a causa di un polimorfismo presente nel gene che codifica l’enzima MTHFR.
La vitamina B6 fa parte della stessa via metabolica di questo enzima, essendo il cofattore dell’enzima serina metilidrossitransferasi (SHMT) che lavora insieme all’enzima MTHFR per convertire il 5-metiltetraidrofolato (la forma attiva della vitamina B9).
Un difetto del gene MTHFR crea problemi nell’elaborazione delle vitamine del gruppo B, rendendo possibile una carenza di vitamina B12, B9 e B6 nelle cellule. Nel sangue tuttavia si possono verificare due scenari opposti: carenza o eccedenza.
Elevati livelli di B12 si manifestano altresì perché la transcobalamina 1 (TN1) – una proteina presente in vari fluidi corporei che consente l’entrata di B12 nei tessuti – viene inibita a causa di un tumore.
Si tratta di un meccanismo di “difesa” cellulare che impedisce l’utilizzo di B12 per evitare la replicazione del DNA in cellule cancerose. Per questo motivo TN1 è considerato un marcatore tumorale42.
In un paziente oncologico, pertanto, risulta perlopiù ininfluente la presenza di vitamina B12 negli alimenti e nell’integrazione, dato che la cellula stessa ne ostacola l’entrata.
Quando la vitamina B6 oppure la B12 si accumulano nel flusso sanguigno significa che non vengono trasferite e utilizzate nelle cellule dove sono necessarie.
Di conseguenza, quando si effettua il dosaggio, i livelli di queste vitamine, oppure una di esse, risultano elevati.
L’integrazione prolungata delle forme vitaminiche bioattive potrebbe ridurne l’eccesso.
Ipofosfatasi: altra causa di vitamina B6 elevata
Il piridossalfosfato è elevato nel plasma di individui affetti da ipofosfatasi, una malattia ereditaria che colpisce lo sviluppo delle ossa e dei denti43.
Vitamina B6 benefici
Scopriamo a cosa fa bene la vitamina B6 secondo studi che hanno esplorato il suo ruolo in alcuni sintomi: da quelli del diabete alle malattie cardiovascolari, dall’infiammazione cronica alle neoplasie.
Vitamina B6 e diabete
L’elevata concentrazione di glucosio favorisce lo stress ossidativo e la formazione di prodotti di glicazione avanzata (AGE), danneggiando così alcuni organi, soprattutto cuore, nervi, occhi e reni.
I diabetici vanno incontro facilmente a nefropatia, un danno renale caratterizzato da albuminuria. Un rigoroso controllo glicemico, purtroppo, non sempre consente di evitare le complicanze diabetiche microvascolari44.
Per prevenire queste complicanze, i ricercatori hanno iniziato a cercare altri fattori che le predispongono: genetici, metabolici o alimentari.
Nix e colleghi hanno studiato l’effetto dei livelli di vitamina B6 nei pazienti con diabete di tipo 2, sia con che senza nefropatia. I loro studi hanno dimostrato che il diabete di tipo 2 è associato a una diminuzione dei livelli di vitamina e ad alterazioni del suo metabolismo, soprattutto nei pazienti con nefropatia iniziale4546.
Studi di altri autori hanno indicato un livello elevato di vitamina B6 nelle urine, il che può significare che il suo assorbimento è compromesso47.
Non è del tutto chiaro se l’abbassamento dei livelli di PLP contribuisca allo sviluppo del diabete o se il diabete abbassi i livelli di PLP.
Entrambe le ipotesi sembrano plausibili anche se nel 1990, un gruppo di ricercatori ha dimostrato che il consumo di glucosio in persone sane abbassa i livelli di PLP48.
PLP è anche un cofattore della glutammato decarbossilasi, in cui si forma il GABA. Gli anticorpi contro questo enzima sono un importante marcatore del diabete. Secondo l’ipotesi di Rubí49, una diminuzione del livello di PLP può innescare processi di autoimmunità che distruggono le isole del pancreas.
Vitamina B6 in gravidanza
Una diminuzione del livello di PLP è stata osservata in generale durante il periodo della gravidanza50 ed anche nel diabete gestazionale. Oxenkrug nel 2013 51 ha messo in evidenza che:
- la conversione, dipendente da vitamina B6, del triptofano in serotonina è disturbata nelle donne in gravidanza;
- la carenza di vitamina B6 aumenta il rischio di intolleranza al glucosio in gravidanza;
- un’integrazione mirata potrebbe migliorare queste due vie metaboliche.
È comprovato che la vitamina B6 riduce la nausea e il vomito in gravidanza. Ne raccomandano l’integrazione i Collegi Americani e Canadesi di Ostetricia e Ginecologia – in forma di piridossina cloridrato (10 mg) – associata alla doxilamina succinato (10 mg) come terapia di prima linea52.
Uno studio clinico iraniano del 2021 ha evidenziato che l’integrazione della sola vitamina B6 può effettivamente contribuire a ridurre i sintomi depressivi del post parto53.
Immunità e infiammazione
Calder e colleghi 54, in merito allo stato nutrizionale ottimale nel contesto dell’immunità, citano la vitamina B6 come un composto che partecipa al funzionamento dell’intero sistema immunitario insieme ad altri micronutrienti: vitamina A, B12, vitamina C, D, E, acido folico, oligoelementi, tra cui zinco, ferro, selenio, magnesio e rame.
Tutti questi composti supportano l’immunità sia innata che acquisita. Secondo questi autori, la maggior parte della popolazione presenta numerose carenze di queste sostanze e se ne raccomanda l’integrazione.
Anche nel lavoro di Kumrungsee55 si sottolina Il ruolo della vitamina B6 nell’alleviare i sintomi dell’infezione da COVID-19 e le complicazioni come il diabete, l’ipertensione e le malattie cardiache.
I possibili meccanismi con cui questa vitamina attenua le manifestazioni includono l’inibizione dell’infiammazione (fermando la tempesta di citochine) e dello stress ossidativo, la regolazione dei livelli di Ca2+, l’aumento dei livelli di carnosina (come cardioprotettore) e il miglioramento della funzione del sistema immunitario.
Alcuni ricercatori hanno scoperto che il piridossalfosfato riduce l’infiammazione nelle cellule dell’organismo influenzando l’attività degli inflammasomi, in particolare la componente intracellulare NLRP3 (Nod-Like Receptor Protein – recettori dell’immunità innata) 56.
La vitamina B6 svolge un ruolo fondamentale nella produzione di linfociti T e interleuchine. La sua carenza porta a una diminuzione dell’immunità, della formazione di anticorpi, della produzione di IL-2 e ad un aumento di IL-4 (interleuchina che può promuovere le allergie57.
In condizioni di infiammazione cronica esiste una relazione inversa tra livelli di IL-6 e TNF-α e la vitamina B6. È il caso dei pazienti affetti da COVID-19, colpiti da una grave forma di infiammazione.
Analogamente, nei pazienti anziani, così come in quelli affetti da diabete di tipo 2 e da malattie cardiovascolari, si notano livelli più bassi di vitamina B65859.
Vitamina B6 e microbiota intestinale
È estremamente interessante che la PLP influenzi anche la formazione del microbiota e quindi la salute intestinale. La composizione del microbiota, d’altra parte, influisce sull’immunità. Poiché i mammiferi non sintetizzano la vitamina B6, il cibo e alcuni batteri intestinali creano le vie per la sua sintesi, tra cui ad esempio: Bacteroides fragilis, Prevotella copri, Bifidobacterium longum, Collinsella aerofaciens.
Uno studio ha analizzato i livelli di PLP in 2229 pazienti, scoprendo che l’infiammazione cronica era elevata in coloro che avevano bassi livelli di questa vitamina60.
Alcuni ricercatori hanno anche dimostrato che la carenza di vitamina B6 altera l’equilibrio Th1-Th2 verso un’eccessiva risposta Th2, che può provocare allergie616263.
Gombart e colleghi e molti altri nelle loro pubblicazioni forniscono esempi del ruolo della vitamina B6 nelle infezioni, nella risposta immunitaria, nel potenziamento dell’immunità intestinale e nell’aumento dell’attività citotossica delle cellule Natural Killer (NK)646566.
Vitamina B6 e cancro
L’infiammazione cronica nell’organismo può portare a processi neoplastici. Negli ultimi anni sono state condotte numerose ricerche sugli effetti della vitamina B6 sull’infiammazione cronica, compreso il cancro.
Valutando la concentrazione plasmatica di piridossal-5′-fosfato (PLP) nelle donne in menopausa, si è notato che al diminuire di PLP aumentava di pari passo il rischio di cancro al seno quando si sono valutati i valori pre-diagnostici, in quanto il quartile più alto (superiore a 116,6nM) presentava un rischio inferiore del 30% rispetto al quartile più basso (inferiore a 41,1nM)67.
L’influenza della vitamina B6 sullo sviluppo del cancro è abbastanza evidente anche nelle meta analisi. Secondo Wei e Mao68, analizzando i dati sull’assunzione di vitamina B6, alti livelli plasmatici di PLP proteggono dal tumore al pancreas.
Una revisione di Mocellin69 afferma che esiste una relazione indubbiamente forte tra carenza di vitamina B6 e la comparsa di un tumore, indipendentemente dall’area in cui si manifesta.
Il loro lavoro mostra chiaramente che esiste una relazione lineare inversa tra il rischio di cancro e l’assunzione di vitamina B6 con la dieta e i livelli di PLP. Il legame più forte si verifica nel cancro gastrointestinale.
Disturbi cardiovascolari e polmonite
Una delle funzioni della vitamina B6 ampiamente discussa è il suo ruolo nelle malattie cardiovascolari e nell’abbassare la pressione. Bassi livelli plasmatici di PLP nell’uomo sono associati ad alto rischio di aterosclerosi, ictus e trombosi707172.
Una grave carenza di vitamina B6 è rara, mentre sono più comuni livelli non ottimali o una lieve carenza. Jeon e Park73 hanno condotto uno studio sugli effetti della B6 su un ampio gruppo di coreani. Hanno osservato che l’aumento delle dosi di vitamina B6 ingerite riduceva il rischio di sviluppare disturbi cardiovascolari negli uomini, ma non si verificava una relazione simile nelle donne.
Sono stati condotti anche studi sull’influenza della concentrazione di PLP nelle donne in post-menopausa74. La conclusione è stata che al diminuire della concentrazione plasmatica corrisponde l’aumento del rischio di infarto miocardico.
Hellman e Mooney75 hanno studiato il meccanismo dell’azione cardioprotettiva della vitamina B6. Il motivo non è ancora chiaro, ma potrebbe essere dovuto al fatto che i folati e la cobalamina abbassano il livello dell’omocisteina. Questo aminoacido viene riciclato e trasformato in cisteina dalla cistationina sintasi, dove la PLP è un cofattore di questo enzima.
Anche l’infiammazione cronica è un meccanismo chiave alla base dell’aterosclerosi e della sua progressione. I livelli plasmatici di PLP sono inversamente correlati con i marcatori sistemici dell’infiammazione76.
L’integrazione di vitamina B6 ha ridotto i livelli di IL-6 e aumentato i linfociti totali nei pazienti con malattie croniche77. La vitamina B6 può anche regolare l’afflusso di Ca2+ nelle cellule attraverso i recettori purinergici ATP-dipendenti, suggerendo un suo ruolo nella regolazione dell’ipertensione e della disfunzione cardiaca78.
Negli ultimi anni è stata identificata anche una nuova funzione della vitamina B6 nella protezione del cuore: i dipeptidi imidazolici. La PLP regola l’omeostasi, ad esempio, di carnosina, omocarnosina e anserina, che sono cardioprotettori con proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.
Polmonite
Shan e colleghi79 hanno verificato se l’integrazione di vitamina B6 potesse prevenire la polmonite. Il team ha studiato l’effetto antinfiammatorio della vitamina B6 nei topi con polmonite acuta indotta dalla somministrazione di LPS. I ricercatori hanno concluso con l’ipotesi che la vitamina B6, attivando le vie AMPK-DOK3, potrebbe diventare un farmaco per prevenire la polmonite nelle persone.
Vitamina B6 e neurotrasmissione
Nel cervello, un enzima PLP-dipendente, denominato L-aminoacidi-aromatici decarbossilasi, catalizza la sintesi di due importanti neurotrasmettitori: la serotonina dal triptofano e la dopamina dalla L-3,4-diidrossifenilalanina (L-Dopa).
Si pensa che la piridossina aggiuntiva aumenti l’attività dell’enzima L-dopa decarbossilasi, soprattutto nell’ipotalamo80.
Anche altri neurotrasmettitori, tra cui D-serina, glutammato, glicina, istamina e acido γ-aminobutirrico (GABA), sono sintetizzati in reazioni catalizzate da enzimi PLP-dipendenti81.
Serotonina
I ratti carenti di piridossina presentano livelli ipotalamici significativamente ridotti sia di piridossal fosfato che di serotonina. Ciò sembra determinare bassi livelli plasmatici di prolattina; poiché la prolattina plasmatica è stata corretta con un agonista 5-HT1A, si è pensato che la carenza di piridossina riduca l’attività di questo recettore della serotonina nell’ipotalamo82.
Aumenta l’intensità dei sogni
La piridossina può contribuire all’induzione dei sogni grazie alla sua interazione con l’enzima l-dopa decarbossilasi che si incrocia con la produzione di dopamina e serotonina.
È stato osservato che i farmaci a base di serotonina (come gli SSRI) aumentano l’intensità soggettiva dei sogni83 e si ipotizza che l’aumento dell’eccitazione durante il sonno REM (quando i sogni si verificano più frequentemente) possano essere alla base dell’aumento dell’intensità e della frequenza dei sogni riportato con l’integrazione di piridossina.
Quando è stata testata l’intensità soggettiva dei sogni (auto-riportata in questionari), si è visto che aumentava, rispetto al placebo, con 100 mg e 250 mg di piridossina84.
Vitamina B6 e ormoni
L’integrazione di piridossina in donne sane di 200 mg due volte al giorno non ha aumentato in modo significativo la secrezione dell’ormone della crescita nell’arco delle 24 ore, ma è stata rilevata una tendenza non significativa all’aumento dell’ormone della crescita notturno85.
Durante l’esercizio fisico, un’infusione di 600 mg di piridossina, è stata associata a un maggiore aumento dei livelli di ormone della crescita durante un test di ciclismo, anche se i controlli sembravano avere una piridossina sierica leggermente inferiore al basale86.
Un’infusione di 300 mg è stata utilizzata per aumentare l’ormone della crescita in persone fortemente ospedalizzate87.
Prolattina
Nei ratti, una carenza di vitamina B6 provoca un aumento della concentrazione plasmatica di prolattina88.
In vari studi condotti su roditori con infusioni di piridossina è stata osservata una soppressione degli aumenti di prolattina, compresa l’inibizione del picco di prolattina indotto da clorpromazina89.
Nelle donne a cui sono stati somministrati 300 mg di piridossina due volte al giorno, si può verificare una leggera soppressione delle concentrazioni di prolattina di notte in modo acuto rispetto ai valori basali, eseguendo gli opportuni dosaggi nell’arco di 24 ore90.
È stato osservato che l’aumento della prolattina osservato durante l’esercizio fisico viene completamente annullato con l’infusione continua di 600 mg di piridossina91.
Conclusioni
Questa breve carrellata di studi sulle funzioni della vitamina B6 nei cambiamenti metabolici e nel mantenimento della salute, dimostra che si tratta di una molecola indispensabile al corretto funzionamento dell’intero organismo e il suo ruolo non può essere sottovalutato, nemmeno quando viene trovata in eccesso. Risulta ormai evidente in letteratura che la ricerca nel campo dei micronutrienti sta evolvendo al fine di trovare le combinazioni più utili per correggere o alleviare disturbi specifici.