Artrite reumatoide, una malattia autoimmune dovuta a un disordine del sistema immunitario che attacca i propri tessuti, scambiandoli per invasori.
Sebbene il bersaglio principale dell’artrite reumatoide siano i tessuti sinoviali intorno alle articolazioni, si tratta di un disturbo sistemico che non si limita a causare dolore, gonfiore e disabilità nelle articolazioni, ma coinvolge l’intero organismo. L’infiammazione infatti può gradualmente interessare altri organi, compresi cuore, polmoni, cervello, muscoli.
Artrite reumatoide sintomi
All’inizio l’artrite reumatoide colpisce le piccole articolazioni di mani e piedi, dove potremmo avvertire rigidità, gonfiore e un leggero calore. Si tratta di sintomi inizialmente intermittenti che si è portati ad ignorare.
Nel tempo, la sintomatologia tende a peggiorare rapidamente, se non adeguatamente contenuta, causando deformità nelle dita di mani e piedi e colpendo articolazioni più importanti, tra cui spalle, ginocchia e fianchi.
I 5 sintomi principali di artrite reumatoide includono:
- affaticamento
- febbre leggera
- dolore e rigidità che perdurano più di 30 minuti al mattino
- anemia
- perdita di peso
È stato anche dimostrato che può aumentare in modo significativo il rischio di insufficienza cardiaca e ictus perché tende a danneggiare il pericardio, la guaina protettiva del cuore1.
Diagnosi di artrite reumatoide
La manifestazione completa di questo disturbo può richiedere diversi anni e può essere scoperta precocemente attraverso due importanti indicatori predittivi: gli anticorpi anti peptidi ciclici citrullinati (ACPA), detti anche anticorpi anti-citrullina (anti-CCP), e il fattore reumatoide.
Conosciuto anche come test di Waaler-Rose, il fattore reumatoide descrive un anticorpo anomalo che combatte altri anticorpi preposti alla difesa dell’organismo.
La reattività immunitaria tipica dell’artrite reumatoide prende di mira specifiche proteine dell’organismo, attraverso la produzione di anticorpi anti-peptidi ciclici citrullinati.23
Talvolta, gli ACPA e il fattore reumatoide si possono rilevare nel sangue anche 10 anni prima della diagnosi clinica. Ma anche in una fase pre-clinica, possono essere già attive le citochine infiammatorie TNF-alfa, IL-6 e IL-1, che nei soggetti con diagnosi conclamata aumentano e accelerano la tempesta infiammatoria.4
Cause di artrite reumatoide
Le cause di artrite reumatoide si ritiene collegate a fattori genetici ed ambientali che pregiudicano l’immunità innata e la compatibilità dei geni MHC (Major Histocompatibility Complex) – molecole presenti sulla membrana delle cellule di tutti i tessuti, definite antigeni di istocompatibilità, che determinano ad esempio se un trapianto è immunologicamente compatibile con il ricevente.
Cause di artrite idiopatica
Si parla di artrite idiopatica o anche artrite idiopatica giovanile riferendosi a una serie di disturbi reumatologici. Le cause di artrite idiopatica sono state collegate al parto cesareo e allo svezzamento precoce dall’allattamento al seno, fattori che potenzialmente influenzano il microbiota intestinale.
La dieta è un eccellente strumento per migliorare l’architettura del microbiota del tratto digestivo. In particolare viene utilizzata la dieta dei carboidrati specifici (SCD, Specified Carbohydrate Diet) perchè aiuta a ridurre l’infiammazione intestinale e aumenta i batteri benefici.
Questo tipo di dieta è abbastanza restrittiva in quanto elimina zuccheri, cereali, diversi tipi di legumi, tuberi amidacei, latte vaccino, dolci e alimenti che contengono fruttoligosaccaridi. La dieta SCD può essere molto utile nelle malattie infiammatorie intestinali, anche nei casi di artrite idiopatica giovanile.
Artrite idiopatica giovanile e dieta SCD
Uno studio di esplorazione aperto (non in cieco) ha valutato la capacità della dieta dei carboidrati specifici di ridurre i sintomi di artrite idiopatica giovanile. I risultati ottenuti sono stati molto incoraggianti e documentano cambiamenti positivi anche a livello di intestino.
Alimenti che peggiorano i sintomi
I picchi glicemici frequenti, l’iperglicemia e il fruttosio sono in grado di peggiorare i sintomi di artrite e artrite reumatoide perché riducono:
- l’efficenza dell’attività del sistema immunitario del 40-50% (secondo gli alimenti), riducendo la capacità di contrastare le infezioni batteriche, anche nell’intestino,56
- i livelli di glutatione, compromettendo la funzione mitocondriale78.
Glutatione
Il glutatione è il principale antiossidante che si produce all’interno di ogni cellula del corpo. È fondamentale per le funzioni che svolgono i globuli bianchi. Livelli ridotti favoriscono l’infiammazione e i disturbi di natura autoimmune9.Il glutatione assunto come integrazione, una volta giunto nell’intestino tenue, viene scisso nei suoi amminoacidi dall’enzima gamma-glutamil-transferasi (GGT). Perciò, l’integrazione dovrebbe invece fornire quei micronutrienti specifici che servono alle cellule per produrre il glutatione e per far si che venga riciclato il più a lungo possibile.
Sensibilità al glutine
La sensibilità al glutine impatta in modo significativo negli individui affetti dal disturbo autoimmune che colpisce i tessuti connettivi, così come accade anche nel lupus, nella sclerodermia e nella malattia di Sjogrens10.
Artrite reumatoide trattamento
I disturbi infiammatori cronici vanno affrontati modulando l’attività del sistema immunitario, pertanto nel trattamento dell’artrite reumatoide è molto importante il ruolo dell’alimentazione e dell’integrazione funzionale mirata. Il sistema immunitario non deve essere ulteriormente attivato.
Quelle che seguono sono tra le più importanti leve sulle quali agire per prevenire l’insorgenza e il peggioramento dell’artrite reumatoide.
Ridurre i carboidrati ed eliminare il glutine
Una dieta senza glutine ha dimostrato di migliorare la conta degli anticorpi e i sintomi di artrite reumatoide11.
Correggere rapporto Omega-6 / Omega-3
A causa dell’utilizzo incontrollato degli oli di semi nella produzione alimentare e dai mangimi a base di cereali che ricevono gli animali di allevamento, la maggior parte della popolazione assume molti più acidi grassi omega-6 che omega-3.
Ciò stimola il rilascio di prostaglandine pro-infiammatorie, un fattore chiave nello sviluppo dell’infiammazione cronica e dell’autoimmunità12.
Attenzione quindi ad evitare gli oli di semi e l’eccesso di frutta secca. I grassi da preferire sono: olio di cocco, olio extravergine di oliva, burro di qualità da mucche da pascolo e burro ghee.
Per quanto riguarda il pesce, la carne e le uova, se provengono da animali allevati allo stato brado o selvaggi sono più ricchi di acidi grassi omega-3 e proteine di qualità.13
Artrite reumatoide integratori
Un’aberrante attivazione del sistema immunitario innato provoca un’attività infiammatoria cronica.14 Nel contempo, si indeboliscono le fisiologiche capacità antiossidanti dell’organismo15.
È bene sapere che non esiste un farmaco specifico in grado di sostenere le funzioni antiossidanti endogene, ovvero del nostro organismo.
In tal caso, può essere utile una sinergia di estratti vegetali bioattivi (curcumina, sulforano, resveratrolo, ECCG e altri ) che hanno dimostrato di modulare l’attività di Nrf2 (NF-E2-related factor 2), un fattore di trascrizione che regola l’espressione di una serie di geni antiossidanti e detossificanti16.
In altre parole, ciò significa che è possibile sostenere i meccanismi fisiologici che aiutano a preservare il metabolismo cellulare, soprattutto i mitocondri, le centraline generatrici di energia all’interno delle cellule, che i radicali liberi in eccesso possono danneggiare.
Infatti, molti ricercatori ritengono che le malattie autoimmuni siano caratterizzate principalmente da un disturbo mitocondriale15.
Vitamina D
Bassi livelli di vitamina D (inferiori a 40 ng/ml) rappresentano un rischio significativo di sviluppare infiammazione cronica e autoimmunità17.
Sostenere i processi di metilazione
La metilazione è un processo biochimico chiave a protezione del DNA, che può attivare o disattivare una predisposizione genetica; avviene in ogni cellula miliardi di volte al secondo, consentendoci di invecchiare in salute.
Per l’equilibrio dei processi metilativi servono soprattutto nutrienti cellulari – in quantità adeguata e nelle forme più biodisponibili – la cui carenza è una delle cause principali di compromissione e quindi di invecchiamento precoce.
Talvolta, una particolare funzione di metilazione può trovarsi in sovraccarico, tanto da utilizzare donatori di metile a spese di altre funzioni.
Questo scenario prende il via da una varietà di situazioni, tra cui: inquinamento ambientale, farmaci, eccesso di istamina e di estrogeni, stress acuto o cronico, presenza di candida, infezioni croniche, malattie autoimmuni e polmonari.
I sintomi possono risultare vaghi e aspecifici, perché in determinati organi potrebbe verificarsi un problema di iper-metilazione, in altri si può verificare l’opposto.
Ad esempio, una ipo-metilazione a livello lipidico, determina livelli di colesterolo più elevati. Anche se spesso si tratta di una condizione sublinica, non rilevabile con il dosaggio ematico, esiste un’associazione tra eccesso di omocisteina e ipercolesterolemia, soprattutto nelle persone anziane18. (Pagina 63 del testo “Stress, alimentazione e infiammazioni nascoste“.
Artrite reumatoide intestino e microbiota
L’equilibrio microbico dell’intestino è essenziale per gestire l’infiammazione cronica19.
Il microbiota intestinale si compone di oltre 1000 specie differenti di microbi e svolge un ruolo chiave per l’assorbimento dei nutrienti, la disintossicazione, lo sviluppo e la maturazione del sistema immunitario.
Alcuni batteri della classificazione gram negativa sono noti per rilasciare un potente mediatore infiammatorio chiamato lipopolisaccaride (LPS).
I ricercatori hanno scoperto che gli individui affetti da artrite reumatoide presentano un quadro clinico con alti livelli del batterio gram-negativo Prevotella copri, correlato ad aumento di LPS e di citochine infiammatorie Th-17, mentre scarseggiano i microbi antinfiammatori utili.2021
Artrite reumatoide e SIBO
È stata riscontrata inoltre un’accentuata tendenza alla crescita batterica intestinale nell’intestino tenue rispetto ai sani, denominata SIBO – acronimo inglese di Small Intestine Bacterial Overgrowth, detta anche sindrome da iperproliferazione batterica.22
Tra i fattori che predispongono a un’eccessiva crescita batterica troviamo:
- una diminuita secrezione di acido cloridrico,
- l’utilizzo di gastroprotettori23
- una ridotta motilità dell’intestino tenue24.
La SIBO può comportare importanti carenze nutrizionali e infiammazione cronica.
Correggere sublussazione cervicale superiore
La parte inferiore del cranio (occipite) e il primo osso (atlante) svolgono un ruolo significativo nella coordinazione del cervello e del sistema immunitario.
Una disfunzione in quest’area articolare comprime la parte superiore del midollo spinale e aumenta l’attività infiammatoria.25