Biodisponibilità

La biodisponibilità descrive la quantità di una sostanza che può essere assorbita e utilizzata dall’organismo. Talvolta, nell’ambito della ricerca nutrizionale, si parla anche di “biodisponibilità orale”. Il significato non cambia.

Per misurare la biodisponibilità di un composto si devono considerare una serie di fattori12, tra cui:

Via di somministrazione

Quando le sostanze vengono assunte per via orale, possono subire modifiche prima di essere completamente metabolizzate e di riuscire a raggiungere i tessuti-bersaglio. Talvolta, l’azione della sostanza si ferma perlopiù a livello epatico, come nel caso del glutatione preso come integratore.

La stessa sostanza invece diventa invece molto più biodisponibile se viene somministrata per via endovenosa o addirittura inalata.

Ad esempio, il glutatione si può assumere per bocca ma può essere somministrato anche per via endovenosa.

La S-adenosil Metionina (SAMe) riesce a migliorare i sintomi di osteoartrite e depressione se somministrata per via endovenosa anziché orale e senza effetti avversi3.

La N-acetil-cisteina (Fluimucil) può essere iniettata, ma anche inalata per raggiungere direttamente i polmoni. Ovviamente ogni sostanza ha un suo profilo di sicurezza ed efficacia in base a come viene somministrata.

Facilità di assorbimento

Le qualità chimiche di una sostanza possono renderne più o meno facile l’assorbimento. Molti dei nutrienti che assumiamo richiedono enzimi e proteine di trasporto per essere trasferiti efficacemente dall’intestino al flusso sanguigno.

Matrice alimentare

I nutrienti possono essere resi meno disponibili legandosi ad altri composti come fibre, fitati o ossalati.

Trasformazione degli alimenti

La cottura, la macinazione o la fermentazione degli alimenti possono rendere i nutrienti più biodisponibili (ad esempio, le carni cotte tendono ad avere più valore nutrizionale di quelle crude).

Interazioni nutrienti-nutrienti

Se consumati insieme, alcuni nutrienti possono aumentare o ridurre la biodisponibilità reciproca. Ad esempio, la silimarina del cardo mariano migliora l’assorbimento della berberina, il magnesio aumenta la biodisponibilità della vitamina B1; un eccesso di acido alfa lipoico può ridurre la biodisponibilità di acido pantotenico e biotina4.

  1. Price G, Patel DA StatPearls; Drug Bioavailability ↩︎
  2. Rosalind S Gibson Food Nutr Bull. 2007 PubMed ↩︎
  3. Bottiglieri 2002 Am J Clin NutrBookshelf ↩︎
  4. Prasad PD1, et al. J Biol Chem 1998 PubMed ↩︎
Monica Martinuz
Naturopata Educatrice in Nutrizione Funzionale®, Saggista, Ricercatrice autonoma e Blogger dal 2007.
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