Omocisteina alta: significato, cause, conseguenze, terapia

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Omocisteina alta: un fattore di rischio indipendente per ictus, aterosclerosi, trombosi, demenza, schizofrenia e altri problemi di salute.

L’omocisteina è stata descritta per la prima volta nel 1932 da Buts e de Vigneaud. Solo più tardi, alla fine degli anni ’60, si evidenzò un’associazione tra omocisteina elevata e deposizione di placche aterosclerotiche steno-ostruenti nelle arterie.

Omocisteina alta: significato, cause, conseguenze, terapia

Inizialmente, si scoprì che i bambini con omocistinuria (un raro disturbo autosomico causato da carenze enzimatiche) presentavano ampie placche aterosclerotiche simili a quelle osservate negli adulti1.

Oggi è ormai evidente che i fattori di rischio tradizionali, come il colesterolo elevato e l’ipertensione, non spiegano tutti i casi di infarto e ictus. Ad esempio, oltre il 75% degli attacchi cardiaci si verifica in pazienti con livelli di colesterolo nella norma2.

Pertanto, esiste la necessità clinica di ampliare il numero di strumenti diagnostici per valutare il rischio cardiovascolare di un individuo.

Numerosi studi hanno dimostrato che la concentrazione di omocisteina nel sangue rappresenta un eccellente fattore di rischio clinicamente utile per determinare il rischio cardiovascolare, per la prevenzione di ictus e infarti34567.

Che cos’è l’omocisteina

L’omocisteina è un aminoacido solforato (contenente zolfo) che si forma nelle cellule. Deriva dalla metionina, un aminoacido essenziale introdotto con l’alimentazione.

L’omocisteina infatti è un prodotto intermedio della via metabolica che converte la metionina in cisteina. La metionina è presente in moltissimi alimenti come carne, pesce, formaggi, soia, legumi, uova e molti altri, mentre l’omocisteina non entra in queste strutture proteiche, si produce all’interno del nostro corpo.

Il range di normalità, a livello biochimico, dipende da come funzionano gli enzimi che convertono l’omocisteina di nuovo a metionina (rimetilazione) oppure a cistationina (trans-sulfurazione).

Valori normali

Il range di normalità dell’omocisteina è tra 5 a 15 micromoli per litro (μmol/l). E’ considerata iperomocisteinemia lieve se i valori sono compresi tra 15 e 30 μmol/l, intermedia tra 30 e 100 μmol/l o grave se supera i 100 μmol/l.

Una iperomocisteinemia da moderata a intermedia è presente in quasi la metà (47%) dei pazienti che presentano ateromi (depositi) nelle arterie coronariche, cerebrali o arteriose periferiche8.

Omocisteina alta: significato

Diversi studi, nonostante i pareri discordanti, considerano elevata l’omocisteina che supera i 10/11 μmol/l.

E’ stata tracciata una relazione dose-dipendente. Secondo uno studio prospettico condotto nel Regno Unito, il rischio di infarto aumenterebbe del 41% per ogni 5 μmol/L.9.

Se non diagnosticata, l’iperomocisteinemia favorisce in modo significativo l’iperglicemia e insulinemici. Può condurre allo sviluppo e al peggioramento della sindrome metabolica e del diabete tipo 210.

Di conseguenza, tutte le persone con diagnosi di sindrome metabolica oppure diabete tipo 2 dovrebbero eseguire il dosaggio dell’omocisteina.

L’omocisteina elevata aumenta l’adesione piastrinica e la coagulazione, danneggia i vasi sanguigni. Un lieve innalzamento contribuisce in modo significativo al rischio di ictus e infarti11.

Secondo un esame di otto studi, per un totale di 2.400 pazienti, le persone con omocisteina alta hanno un rischio tredici volte maggiore di sviluppare trombosi12.

Scienziati norvegesi, che hanno seguito 600 uomini con diagnosi di malattia coronarica per sei anni, riferiscono che i livelli di omocisteina elevati sono il più forte predittore di morte. In altri termini, da solo questo parametro si è dimostrato superiore, come capacità predittiva, a tutti gli altri esaminati: colesterolo, trigliceridi, apolipoproteina B, apolipoproteina A-I, e lipoproteina (a)13.

Omocisteina alta: cause

Le cause di omocisteina alta sono numerose e nella maggior parte dei casi vi si può porre rimedio, ma si collegano di fatto al funzionamento di uno stesso meccanismo biochimico (metilazione).

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Cause genetiche

Gli enzimi coinvolti nella rimetilazione sono la metilentetraidrofolato reduttasi (MTHFR) e la metionina sintetasi14.

Una mutazione nel gene MTHFR riduce la quantità di acido folico attivo, favorendo:

  • un incompleto funzionamento della vitamina B12 (livelli talvolta altissimi, il che sottolinea il mancato utilizzo cellulare),
  • il sovrappeso e l’accumulo di acido folico nei tessuti,
  • alti livelli di omocisteina,
  • ridotti livelli di glutatione, il più importante antiossidante endogeno, per cui il corpo ha difficoltà a disintossicarsi e difendersi.

Quando l’enzima MTHFR, a causa di una mutazione genetica, non funziona correttamente può rallentare anche la sintesi di glutatione e quindi anche i naturali processi di detossificazione del fegato. Ciò può comportare difese immunitarie più deboli, un aumento delle reazioni avverse ai farmaci e reazioni post-vaccino più pericolose. Può essere utile eseguire un test genetico MTHFR per le varianti C677T e A1298C prima di fare qualsiasi vaccinazione**.
*Austin DW, et al. 2014 PMID: 25948960
*Sener EF, et al. 2014 PMID: 25431675

Se presente, una mutazione genetica nell’enzima MTHFR vi è una maggiore predisposizione a superare i livelli normali di omocisteina ed è spesso indispensabile integrare le forme metilate della b12 e del folato.

Secondo alcune stime, sembra che una mutazione genetica MTHFR colpisca maggiormente le popolazioni italiche e ispaniche15.

In caso di test genetico positivo e di omocisteina alta, una dieta adeguata dovrebbe prevedere una integrazione funzionale specifica.

Ad esempio, acido folico attivo (L-metilfolato), B12 (metilcobalamina), Betaina, Magnesio, Vitamine C, E, D, Glicina e altri micronutrienti che agiscono in sinergia.

Altri difetti genetici rari

Tra i difetti genetici più rari, rispetto alla mutazione MTHFR, che disturbano il metabolismo dell’omociasteina possiamo trovare16:

  • Omocistinuria congenita: forma classica dovuta a difetto della cistationina sintasi
  • deficit di metilmalonil-CoA mutasi (MMA)
  • mutazioni bialleliche del gene GIF (sul cromosoma 11). Riguarda il fattore intrinseco (IF) gastrico, una proteina indispensabile per assorbire la vitamina B12.
  • diminuita rimetilazione a metionina per difetti dell’enzima metionina sintetasi (MTR).

Abitudini errate e carenze nutrizionali

L’eccesso di caffè e l’abitudine di fumare aumentano i livelli di omocisteina17.

Le persone che seguono una dieta vegetariana o vegana, insieme a coloro che soffrono di patologie autoimmuni, sono tra i soggetti a rischio di omocisteina alta. Ugualmente lo sono anche tutte le condizioni di salute in cui, per ragioni diverse, vengono diagnosticate delle carenze, tra cui:

metionina, vitamine B6, B2, B12, folati, zinco, vitamina C e altri micronutrienti essenziali che fungono da coenzimi e cofattori nel complesso ciclo metabolico dell’omocisteina.

Stile di vita

  • sedentarietà (per lavoro, a causa di in infortunio)
  • fumo
  • alcol
  • mancanza di sonno e stress

Alterata funzionalità renale

Esiste una relazione inversa tra la funzione renale e l’omocisteina totale nel sangue18. La maggior parte dei pazienti in dialisi (>85 %) presenta una omocisteina alta e perciò hanno un elevato rischio di trombosi.

Uso di farmaci

Elenco di farmaci con attività antivitaminica1920

  • Antiacidi, inibitori della pompa protonica
  • Antidolorifici, Antibiotici,
  • Farmaci per l’asma
  • Anti-ipertensivi
  • Anticonvulsivanti
  • Estrogeni (con o senza progesterone)
  • Terapia omonale sostitutiva
  • Farmaci anti-Parkinson
  • Antinfiammatori Non steroidei (FANS)
  • Corticosteroidi: anti-infiammatori e per trattare asma, artrite, allergie e dolore.
  • Metformina
  • Farmaci derivati dell’acido fibrico (fenofibrato e bezafibrato, gemfibrozil) e colestiramina
  • Chemioterapia21

Conseguenze dell’omocistena elevata

Nella pratica clinica, non sempre le analisi mostrano valori di omocisteina elevata in presenza di una mutazione genetica, come pure in caso di patologie psichiatriche, cardiovascolari, peggioramenti della vista o dell’udito, perdita di capacità cognitive, invecchiamento precoce.

Aumento dei depositi vascolari

L’eccesso di omocisteina promuove l’aterosclerosi in diversi modi:

  • Alterazione del fenotipo endoteliale e riduzione della produzione di ossido nitrico, il principale vasodilatatore endogeno22232425262728.
  • Deposizione di colesterolo e di altri grassi a seguito della degradazione di aggregati densi formati da omocisteina tiolattone e lipoproteine a bassa densità293031323334353637.
  • Cambiamenti del tessuto connettivo indotti dall’esposizione e dalla proliferazione del muscolo liscio sottostante e della matrice extracellulare.383940.

Disturbi psichiatrici

L’omocisteina elevata è associata a depressione, soprattutto negli anziani, ed anche a schizofrenia. Si è visto che negli anziani la capacità di concentrazione si riduce all’aumentare del livello di omocisteina. Inoltre, è stata segnalata un’associazione affatto rara e dose-dipendente con il morbo di Alzheimer41.

Complicazioni della gravidanza e difetti alla nascita

L’aumento dell’omocisteina totale nel sangue durante la gravidanza è associato ad un aumento del rischio di vasculopatia placentare, il che può condurre a preeclampsia, aborto spontaneo, parto prematuro, basso peso alla nascita e infarto della placenta42.

Diabete mellito

Gli elevati livelli di omocisteina osservati nei pazienti con diabete si ritiene che siano collegati al grado di nefropatia diabetica.

Nei pazienti con diabete tipo 2, elevate concentrazioni di omocisteina (maggiori di 14 μmol/L) riducono il tempo di sopravvivenza43 e rappresentano un elevato fattore di rischio per morte44.

Omocisteina alta terapia

L’American Heart Association, la più importante associazione a livello mondiale per la lotta agli eventi cardiovascolari, si espresse nel 1999 affermando che:

“Un obiettivo terapeutico ragionevole, specialmente in pazienti a rischio, dovrebbe essere circa 10 micromoli per litro45.”

Per ridurre a 10 μmol/l i livelli di omocisteina alta, la decisione terapeutica deve tener conto dei processi di metilazione e della funzionalità degli enzimi coinvolti. Nel metabolismo dell’omocisteina i processi biochimici avvengono grazie alla presenza di diverse molecole, tra cui NAD, FAD, SAM-e, ATP, glutatione, che a loro volta dipendono da molteplici vitamine e coenzimi.

Invece, nella terapia tradizionale si tende a prescrivere solamente folati e B12, vitamine che, tra l’altro, se non sono in forma metilata, vengono scarsamente assorbite in presenza di una mutazione genetica MTHFR, un problema che riguarda oltre il 40% della popolazione.

Tutto questo spiega perché la terapia classica, di solito a base di vitamine B e acido folico o folina, è spesso insufficiente a fini preventivi e le persone che hanno subito un ictus non rispondono in modo adeguato. Lo studio che segue ne è una prova.

Il British Medical Journal, in uno studio del 2004 che ha coinvolto 3.680 pazienti con postumi di ictus lieve46, conclude:
“Abbassare i livelli di omocisteina con un dosaggio elevato di vitamine del gruppo B nei pazienti con ictus ischemico non ha ridotto il rischio di ictus ricorrente.“

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Argomenti di salute cardiovascolare

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Monica Martinuz
Naturopata Educatrice in Nutrizione Funzionale®, Saggista, Ricercatrice autonoma e Blogger dal 2007.
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