Berberina: effetti, interazioni, dosi, sicurezza

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La berberina è il costituente attivo di numerose piante note fin dall’antichità per le loro proprietà curative, soprattutto come agente antimicrobico, antiparassitario (distrugge i protozi) e per contrastare la diarrea1.

Di recente sono stati evidenziati anche i benefici per il sistema cardiovascolare. Tuttavia, prima di scegliere un integratore contenente berberina, è bene tener conto, come si leggerà in questo articolo, anche della scarsa biodisponibilità e degli effetti indesiderati di questo particolare composto.

Berberina effetti interazoni assorbimento

È stata isolata da diverse specie vegetali, non solo Berberidacee e Ranunculacee, ma anche Papaveracee, Fumariacee, Menispermacee, Rutaceae e Annonacee2.

Tra le piante più note ricche in berberina3 vi sono: Crespino e Mahonia (Berberidacee), Escolzia (Papaveracee), Idraste, Coptis chinensis, Coptis teeta4 (Ranuncolacee).

Sebbene, la berberina isolata si sia dimostrata efficace contro vari ceppi batterici, tra cui giarda, shigella, colera, salmonella15, malaria e leishmaniosi678, alcuni estratti grezzi hanno rivelato un effetto antiparassitario di grado superiore9.

Quest’ultimo dato sottolinea la capacità della berberina di formare dei complessi sinergici con altri composti. Nella MTC, infatti, in alcune preparazioni si mescolano ad esempio Rhizoma Coptidis e radice di scutellaria, i cui principi attivi più importanti sono ripettivamente berberina e baicalina, che si legano tra loro10.

Un altro principio attivo utilizzato in MTC per formare un complesso sinergico più biodisponibile è la glicirrizina11, che potrebbe consentire di realizzare nuovi farmaci a base di berberina12.

Struttura biochimica
La berberina è un alcaloide, ovvero una sostanza basica che interagisce con gli acidi formando composti analoghi ai sali. Più precisamente si tratta di un alcaloide isochinolinico di color giallo brillante, con un peso molecolare di 336,36122g/mol13.

Struttura chimica della berberina
Struttura chimica della berberina

La sua formula chimica è 2,3-metilendiossi-9,10-dimetossi-protoberberina14.

Si possono reperire anche altre due forme chimiche di berberina:

  • Diidroberberina15 – presente in forma naturale in alcune piante (Coptidis Chinensis16 e Arcangelisia flava17;
  • Raisanberina (forma sintetica)18.

Come migliorare assorbimento della berberina

La frazione di berberina che, rispetto al totale somministrato, raggiunge la circolazione sistemica senza subire modificazioni chimiche è stata stimata intorno al 5%1920.

Aumentare i dosaggi non aiuta e aumentano gli effetti avversi: già con 300 mg di berberina alcune persone potrebbero manifestare problemi gastrointestinali, costipazione, diarrea, mal di pancia, flatulenza2122.

Da cosa dipende la ridotta biodisponibilità della berberina?

La scarsa biodisponibilità di questo composto dipende principalmente da due fattori:

  1. contiene gruppi di molecole di ammonio quaternario, con un coefficiente di ripartizione lipidi-acqua di -1.5; in altre parole, a livello molecolare la berberina è idrofila, una caratteristica che ostacola l’interazione con le membrane cellulari e limita l’assorbimento intestinale23.
  2. la berberina è un substrato della glicoproteina P (P-gp)24 che agisce come pompa di efflusso dalle cellule dell’intestino e del fegato. In altri termini, l’entrata nelle cellule è fortemente ostacolata perchè la berberina accentua l’attività escretiva di questa glicoproteina.

La via principale di somministrazione della berberina deve essere quella orale. Un aumento della sua concentrazione nel sangue ottenuto tramite iniezione endovenosa ha causato gravi effetti collaterali, tra cui il calo della pressione sanguigna e l’arresto respiratorio25.

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Per aumentare assorbimento e biodisponibilità sono state utilizzate diverse metodiche, tra cui la somministrazione di:

  • un analogo della berberina (IMB-Y53) non soggetto alla glicoproteina P, che ha aumentato gli effetti antidiabetici26;
  • altre sostanze in associazione, come il sodio caprato o, in alternativa, la silimarina.

Altre sostanze in grado di potenziare l’attività biologica della berberina in studi condotti sui topi sono il ketoconazolo27 e d-α-tocoferile polietilenglicole 1000 succinato (TPGS)28.

Il sodio caprato o caprato di sodio

Tra le sostanze studiate per aumentare l’assorbimento passivo di berberina nell’intestino vi è il sodio caprato29. Questa sostanza riesce a dilatare in modo temporaneo le giunzioni strette dell’intestino senza danneggiarle30, aiutando così la berberina a passare nel sangue.

L’utilizzo del sodio caprato ha dimostrato di aumentare gli effetti della berberina misurando l’aumento dell’attivazione dell’enzima AMPK (Adenosine MonoPhosphate-activated protein Kinase)31.

La silimarina

La silimarina presente nel cardo mariano può migliorare l’efficacia della berberina in persone con diabete tipo 2 nel controllo della glicemia32.

Sinergie complesse per obiettivi diversi

Infine, la berberina forma facilmente dei complessi sinergici con i principi attivi di altre piante 11), che possono modificarne le proprietà. Questa caratteristica della berberina dipende dal suo ione ammonio quaternario che consente la formazione di nuove molecole strutturate con quelle di altre sostanze10.

Dosaggi

Disclaimer !

Basandosi sulle pubblicazioni, il dosaggio standard di berberina è di 900-2.000 mg al giorno. Tale quantitativo deve essere suddiviso in tre o quattro porzioni giornaliere, dato che una quantità eccessiva in una sola assunzione può provocare disturbi gastro-intestinali.

Per bloccare una diarrea acquosa servono 400 mg, suddivisi in 4 assunzioni separate durante il giorno33.

Modalita di assunzione: la berberina va assunta durante i pasti, o poco dopo, per sfruttare il picco di glucosio e lipidi contenuti nell pasto.

Effetti e benefici della berberina

Gran parte degli studi clinici più recenti vertono sulla capacità della berberina di migliorare il profilo lipidico, glicemico, ormonale, epatico.

Questa sostanza ha una vasta gamma di proprietà farmacologiche – evidenziate perlopiù da numerosi test in vitro e in vivo – che la ricerca medica non ha ancora del tutto chiarito:34:

  • inibisce le tossine e i batteri, tra cui l’Helicobacter pylori, protegge la barriera epiteliale intestinale dalle lesioni e migliora le lesioni epatiche.
  • Migliora l’emodinamica cardiovascolare, sopprime le aritmie ischemiche, attenua lo sviluppo di aterosclerosi e ipertensione.
  • Protegge dalle ischemie (cerebrali o cardiache) grazie anche alle sue proprietà antiossidanti e anti-apoptosi.
  • Inibisce la proliferazione di vari tipi di cellule tumorali e impedisce le metastasi, migliorando anche l’efficacia e la sicurezza delle chemio/radio terapie.
  • Migliora le funzioni neurologiche (studi su animali).

Helicobacter pylori

La berberina ha un potente effetto inibitorio sulla crescita di H. pylori35 attraverso diversi meccanismi:

  • migliora l’attività dell’amoxicillina e della tetraciclina nei confronti di alcuni ceppi resistenti ai farmaci36;
  • inibisce l’attività la maturazione dell’ureasi mirando al gruppo sulfidrilico del sito attivo37.
  • inibisce l’attività dell’arilammina N-acetiltransferasi un enzima che si ritiene favorisca l’ H. pylori38.

I dati di uno studio clinico suggeriscono che la berberina combinata in una triplice terapia può eradicare questo battere 39.

Intestino

La berberina a livello intestinale ha dimostrato diversi benefici:

  • protegge la barriera epiteliale intestinale dalla risposta infiammatoria attivando la via AKT1/SOCS1 40, diminuendo i livelli delle citochine pro-infiammatorie TNF-α, INF-g41 e IL-10 42, tanto da migliorare le lesioni intestinali e la colite43;
  • riduce il danno intestinale causato da indometacina (farmaco antinfiammatorio non steroideo – FANS)44;
  • riduce l’infiltrazione di macrofagi nelle cellule epiteliali del colon e ne sopprime l’apoptosi 45.

Fegato

A livello epatico la berberina può:

  • inibire l’accumulo di lipidi e aumentare il dispendio energetico46;
  • ridurre l’infiammazione e migliorare la steatosi, inibendo la fosforilazione di JNK1 e la produzione di citochine proinfiammatorie sia nel fegato che nel tessuto adiposo47

Berberina e glicemia

I meccanismi molecolari con cui la berberina migliora le condizioni metaboliche e il diabete sono relativi all’attivazione di alcuni enzimi: AMPK, PKC e SIRT14849.

L’attivazione di AMPk favorisce:

  • la riduzione dei processi anabolici, cioè diminuisce l’accumulo di energia sotto forma di adipe e la sintesi di nuovi tessuti;
  • la promozione dei processi opposti detti catabolici – demolizione di tessuti;
  • l’entrata del glucosio nelle cellule.

L’attivazione di PKC (protein-chinasi C) aumenta i recettori dell’insulina sulle membrane cellulari50. Ciò significa che le cellule diventano più sensibili all’insulina, alleviando così la pressione sull’attività del pancreas.

Un altro enzima su cui agisce la berberina è SIRT1 (sirtuine). L’attivazione di questo enzima, in uno studio sui ratti, ha migliorato l’attività e la sintesi dei mitocondri, ridotto la glicemia e l’obesità51.

Sindrome dell’ovaio policistico

La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) si associa a insulino-resistenza. È una condizione che colpisce le donne, creando sia problemi ormonali che di concepimento. In questi casi il farmaco più prescritto è la metformina.

Uno studio clinico randomizzato con 89 donne durato 3 mesi, in cui è stata affiancata la terapia standard (farmaci antiandrogeni e estrogeni), ha confrontato la berberina e la metformina (entrambe a 1500 mg in tre dosi) con il placebo.

La berberina è stata efficace quanto la metformina, ma è stata associata a una maggior riduzione della circonferenza vita, benché non vi fossero differenze di peso52.

Berberina: effetti cardiovascolari

Gli effetti benefici della berberina sul sistema cardiovascolare interessano il cuore, i livelli di colesterolo e la pressione sanguigna.

Insufficienza cardiaca

La berberina migliora l’emodinamica (il movimento del sangue nei vasi) nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia refrattaria. Riduce la dimensione sistolica del ventricolo sinistro e induce la frazione di eiezione per ridurre la pressione ventricolare. Migliora la gittata cardiaca nell’ischemia53.

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La pressione sistemica venosa e polmonare diminuisce riducendo di conseguenza la pressione di riempimento ventricolare54.

Inoltre la berberina aumenta gli indici di inotropismo e può modificare gli stati contrattili del miocardio senza variazioni della frequenza cardiaca54.

Ipertensione

La berberina riduce in modo significativo l’espressione delle LDL ossidate (oxLDL) e del recettore 1 indotto da TNF-α; inibisce lo stress ossidativo riducendo i livelli di ROS intracellulari per proteggere le cellule endoteliali e migliorare la vasodilatazione mediata dall’endotelio55.

Uno studio clinico con pazienti ipertesi56 ha dimostrato che la berberina può diminuire efficacemente la pressione sistolica media e la pressione del polso nelle 24 ore.

Colesterolo

La berberina non interferisce con il processo vitale della sintesi del colesterolo a differenza dei farmaci a base di statine che possono causare anche dei danni permanenti57. La berberina possiede altri meccanismi chiave che possono ridurre il colesterolo alto in modo più tollerabile dall’organismo:

  • attivando l’enzima AMPK che promuove la disgregazione dei lipidi, per cui si riduce la loro concentrazione nel sangue5859;
  • aumentando il numero dei recettori per le LDL, per cui la rimozione del colesterolo LDL dal sangue avviene più velocemente60;
  • interferendo con l’assorbimento intestinale e il rilascio nel sangue61.

Attività antineoplastica dalla berberina

Sono stati individuati diversi meccanismi molecolari con cui la berberina contrasta la carcinogenesi. Studi in vitro e in vivo con modelli murini suggeriscono che la berberina può avere effetti anti-metastasi34.

In uno studio con ratti affetti da melanoma metastatico, l’iniezione di berberina ha inibito la formazione di noduli tumorali; il meccanismo di questo risultato è stato associato alla sotto-regulazione delle metalloproteasi della matrice attraverso la regolazione negativa di ERK1/262, una proteina appartenente alla famiglia delle chinasi.

La berberina potenzia la citotossicità della doxorubicina – un farmaco utilizzato per la chemioterapia63; nel contempo riduce la tossicità epatica, attenuando l’aumento di ALT e AST e riducendo del 28% la necrosi epatica indotta dallo stesso farmaco64.

Sicurezza della berberina: effetti collaterali e interazioni

Una meta-analisi di 14 studi clinici – per un totale di 1068 pazienti diabetici – dove la somministrazione di berberina è stata tra 0,5 e 1.5 g per circa 12 settimane, con o senza terapia ipoglicemizzante standard, ha evidenziato che sono stati segnalati maggiori disturbi gastrointestinali/addominali, diarrea e costipazione.

La maggior parte di questi disturbi è stata alleviata riducendo o suddividendo la dose di berberina in più porzioni giornaliere. Per ciò che riguarda l’ipoglicemia, non sono state rilevate differenze significative tra placebo/controllo e berberina65.

In alcuni studi sono state segnalate feci di color verde. Questo effetto della berberina – che ha una colorazione gialla – potrebbe dipendere dal fatto che aumenta la velocità con cui l’albumina rilascia bilirubina nel fegato. 6667.

Perciò, in caso di itterizia o di alti livelli di bilirubina è bene evitare la berberina.

Nonostante l’inibizione dell’enzima CYP1A1 68 e le segnalazioni di piante con effetti tossici, la berberina di per sé si ritiene che abbia un potenziale tossico minimo69.

Interazioni

Sono state segnalate però delle interazioni potenzialmente gravi, anche se ancora non è chiaro esattamente in che misura questi effetti possano verificarsi nell’uomo.

Uno studio in vitro ha dimostrato che la berberina può interagire con gli antibiotici macrolidi (come eritromicina, claritromicina, azitromicina) e causare la diminuzione delle correnti nei canali del potassio. Ciò può condurre a sindrome dell’intervallo QT lungo, un grave problema del miocardio che può essere fatale70.

Uno studio sui topi invece ha rilevato che le iniezioni di 5 mg/kg di berberina possono indurre atrofia dei muscoli scheletrici attraverso l’aumento dell’espressione di atrogina-171.

Si è visto inoltre che, attraverso una parziale inibizione dell’enzima CYP3A4, la berberina può interagire con la ciclosporina A, aumentandone la biodisponibilità tanto da richiedere un dosaggio inferiore. Sono state segnalate interazioni simili anche con farmaci come tolbutamide, warfarin e tiopentale, dove la berberina ha aumentato il potenziale tossico di queste sostanze69.

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Naturopata Educatrice in Nutrizione Funzionale®, Saggista, Ricercatrice autonoma e Blogger dal 2007.
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