Ipertensione cause, alimentazione, integrazione funzionale

Evidence-Based ✓

Ipertensione: una patologia talvolta priva di sintomi, tanto che  secondo alcune stime, circa il 30% degli individui è inconsapevole di essere iperteso1; per questo motivo viene definita “killer silenzioso”.

Anche solo un modesto aumento della pressione arteriosa può avere gravi conseguenze: ogni incremento di 20/10 mmHg su valori base di 115/75 mmHg raddoppia il rischio di malattie cardiovascolari2. Quando diventa cronica si tende a sviluppare insufficienza cardiaca, ictus, infarti, aneurisma e insufficienza renale3.

Ipertensione: cause, alimentazione, integrazione funzionale

Ipertensione: diagnosi e cure

Si tratta di un disturbo determinato dalla forza del sangue che si ripercuote sulle pareti delle arterie, danneggiandole. Nel 90-85% dei casi è definita idiopatica, primaria o ipertensione essenziale, in quanto senza cause note o dimostrabili. Difatti, questo disturbo cardiovascolare si associa perlopiù allo stile di vita.

Si parla invece di ipertensione secondaria quando è riscontrabile una causa, un danno d’organo, e rappresenta dal 5% al 30% dei casi di ipertensione giovanile4.

La pressione arteriosa è composta da due elementi:

  • la pressione sistolica – si riferisce a quando i ventricoli del cuore si contraggono per pompare il sangue nel corpo;
  • la pressione diastolica – o pressione minima, è la pressione tra un battito cardiaco e l’altro, quando il cuore si rilassa e si riempie di sangue.

In linea di massima è considerata ottimale una pressione arteriosa sistolica e diastolica di <120 e <80 mmHg5. La diagnosi di ipertensione avviene quando il medico rileva su più misurazioni dei valori di pressione arteriosa sistolica e diastolica rispettivamente ≥ 130 e ≥ 80 mmHg.

Come si cura nella maggior parte dei casi

Il medico, nella maggior parte dei casi, suggerisce di perdere peso, ridurre l’assunzione di sale e prescrive dei farmaci. Spesso però manca una valutazione più accurata di come alcuni fattori condizionano la salute metabolica dell’individuo, tra cui:

  • la risposta soggettiva allo stress,
  • il tipo di alimentazione,
  • la presenza di eventuali stati infiammatori – l’infiammazione aumenta il fabbisogno di vitamina B6, la cui carenza può aumentare i livelli di omocisteina6,
  • l’omocisteina elevata, spesso anche nei fumatori;
  • carenze subcliniche di micronutrienti specifici,
  • sensibilità al glutine, alla gliadina (in assenza di celiachia),
  • lo scarso movimento.

Farmaci

Il farmaco è l’indicazione medica più immediata in caso di ipertensione. Esistono cinque classi principali di farmaci che abbassano la pressione arteriosa: gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACEi), i bloccanti del recettore dell’angiotensina (ARB), i beta-bloccanti, i calcio-antagonisti (CCB) e i diuretici tiazidici o tiazidici. Questi farmaci possono indurre nel tempo un aumento di peso.

In generale, questi farmaci agiscono riducendo il volume del sangue e/o rilassando la muscolatura liscia che controlla il diametro dei vasi sanguigni.

Diete

La dieta DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension) è quella più utilizzata per ridurre la pressione arteriosa elevata. È una dieta che riduce i carboidrati, i grassi saturi, il sale, ricca di verdura, frutta e cereali integrali7

Tuttavia, per testarne l’efficacia è stata messa a confronto con altri tipi di diete in studi clinici con persone affette da ipertensione e in cura con farmaci antipertensivi.

La tabella che segue, estrapolata dal lavoro del gruppo di ricerca Virta Health, confronta i risultati ottenuti nella riduzione della pressione tra la dieta specifica per ipertesi (DASH) e la dieta chetogenica.

Come si può notare nel grafico la dieta chetogenica (valutata come unico approccio), riducendo i carboidrati in maniera strategica, ha dato i risultati migliori.

Si può evitare di soffrire di ipertensione?

L’ipertensione è un problema tipico dei paesi occidentali, ma non necessariamente è parte intrinseca del processo di invecchiamento.

Le indagini condotte sulla relazione tra dieta e salute di altre culture aprono uno spiraglio sulla possibilità di controllare l’ipertensione senza ricorrere ai farmaci.

Gli Yanomamo e Xingu indios del Brasile, i keniani delle zone rurali e i nativi di Papua Nuova Guinea, hanno una pressione del sangue in media di 103 su 63 mmHg8.

Un dato sorprendente è che il consumo medio di sale in queste popolazioni va dai 7 ai 12 gr al dì, mentre in Italia si consumano in media tra i 7,2 e i 9,5 g al giorno, a fronte di una percentuale di ipertesi altissima: il 56% degli uomini e il 43% delle donne di età 35-79 anni 9.

È possibile che la ricerca scientifica abbia accusato ingiustamente il sale, mentre il glucosio, il vero colpevole, sia rimasto a lungo inosservato10?

L’eccesso di fruttosio e glucosio, causato da alimenti zuccherini e a base di cereali, patate e legumi, inducono il picco glicemico e quello insulinemico, incrementando l’infiammazione e la sintesi di cortisolo, l’ormone dello stress.

Un cortisolo cronicamente elevato riduce l’attività endocrina, la massa muscolare, la riparazione dei tessuti e aumenta il grasso viscerale11.

Ma non finisce qui, perché dobbiamo fare i conti anche con l’inquinamento e con gli oli di semi prodotti a livello industriale:

  • l’inquinamento è a livelli tali, che le reazioni biochimiche cellulari in grado di neutralizzare le tossine, si sbilanciano determinando un aumento del fabbisogno di micronutrienti essenziali.
  • gli oli di semi, presenti quasi ovunque negli alimenti preconfezionati, apportano una gran quantità di omega-6. Il rapporto omega-3/omega-6 più favorevole alla salute cardiovascolare è di 1:1; nell’alimentazione moderna si calcola che tale rapporto oscilli tra 1:25 e 1:16. Ciò costiuisce un forte stimolo infiammatorio per tutte le cellule. 1213.

Perdipiù, sia l’ipertensione che i farmaci betabloccanti sono collegati a insorgenza e peggioramento della psoriasi14.

Ipertensione cosa fare per ridurla in modo naturale

Ricevi informazioni utili, ricette, rimedi naturali per la tua salute, a cadenza settimanale.
Si, grazie !

Esercizio fisico

L’esercizio fisico aiuta molto a ridurre l’ipertensione arteriosa, tanto che negli studi si è rivelato efficace al pari di alcuni farmaci15, a prescindere da cambiamenti di peso16, benché il calo di peso abbia determinato i risultati migliori17.

Un aumento dell’attività fisica può ridurre la pressione arteriosa sistolica di 4-9 mmHg, ma secondo una recente meta-analisi, l’esercizio fisico diventa tanto più efficace quanto più alta è la pressione sistolica di partenza18.

Ciò significa che le persone con una pressione sanguigna di partenza più alta tendono a trarre maggiori benefici dall’attività fisica.

Chi è iperteso dovrebbe fare ogni settimana almeno 150 minuti di esercizio aerobico di moderata intensità, oppure 75 minuti a elevata intensità, includendo anche due sessioni di esercizio di resistenza19.

Abbassare il livello di stress

Un numero crescente di studi suggerisce che gli interventi di riduzione dello stress, come lo yoga, la meditazione e la respirazione guidata, possono ridurre la pressione arteriosa20.

Alimenti che possono favorire il controllo della pressione arteriosa

I principali alimenti che possono sostenere l’equilibrio della pressione arteriosa sono: frutta secca cruda (mandorle, noci, noci pecan, noci del Brasile, pistacchi), semi (zucca, girasole), verdure, bacche (mirtilli, fragole, mirtilli rossi, ciliegie, more, sambuco), olio extravergine di oliva, olio di cocco21.

Vedi altri alimenti oggetto di studio

PROTEINE DEL SIERO DEL LATTE

Le proteine del siero di latte sono antiossidanti che possono avere proprietà antipertensive22, contribuendo anche a migliorare le funzioni vascolari23.

Tuttavia, il loro utilizzo può non essere adatto in caso di infiammazione intestinale e di malattie autoimmuni.

SPINACI CRUDI

Gli spinaci crudi, grazie al contenuto di antiossidanti, hanno proprietà antinfiammatorie e possono ridurre l’ipertensione2425.

CORIANDOLO

I frutti del coriandolo (una spezia disponibile anche in polvere e dal sapore delicato) esibiscono proprietà diuretiche ed effetti che modulano la tensione nell’intestino, mediati attraverso meccanismi colinergici, ovvero legati all’azione dell’acetilcolina: “digerisci e riposa”)26.

ESTRATTI DI SEMI D’UVA

L’uva contiene molti composti biologicamente attivi, tra cui i polifenoli resveratrolo e proantocianidine, che si associano a miglioramenti dei fattori di rischio cardiovascolare27.

Gli estratti di semi d’uva esplicano effetti benefici sulla pressione sanguigna, attraverso molteplici meccanismi:

  • combattono la formazione dei prodotti finali di glicazione(AGE)28,
  • riducono l’infiammazione29
  • possono contrastare i danni inferti dall’infiammazione ai tessuti dei reni30.

In studi umani, i polifenoli estratti da semi d’uva hanno migliorato il controllo della pressione con cali clinicamente rilevanti31. Studi preliminari suggeriscono che il resveratrolo può avere capacità ACE-inibitorie32.

Inoltre, possono sopprimere alcuni effetti avversi dell’angiotensina II, tra cui la crescita eccessiva delle cellule muscolari lisce dei vasi sanguigni (ipertrofia)3334.

MELOGRANO

Il melograno migliora lo stress ossidativo nelle cellule, in particolare quelle del sistema vascolare, e può essere efficace per combattere l’ipertensione35, limitando la produzione di angiotensina36.

PISTACCHI

I pistacchi hanno effetti ipotensivi superiori ad altri tipi di frutta secca37, riducendo la pressione sistolica e la vasocostrizione periferica in pazienti con colesterolo e trigliceridi elevati38.

SUCCO DI BARBABIETOLA

Il succo di barbabietola cruda riduce in modo significativo la pressione sanguigna sia sistolica che diastolica, anche perché aumenta l’ossido nitrico, la molecola che favorisce il rilassamento dei vasi sanguigni39.

FOGLIE DI OLIVO

Le foglie di olivo possono aiutare a ridurre l’ipertensione in quanto esplicano effetti vasodilatatori40 e ipotensivi41.

Cause di ipertensione arteriosa: alimentazione e stress ossidativo

Uno stato infiammatorio sistemico latente è fortemente collegato all’insorgenza dell’ipertensione, così come accade nella psoriasi, dove l’infiammazione subclinica

42

può condurre nel tempo a un rialzo dei valori pressori 43.

Alimentazione iper-glucidica

L’alimentazione si è dimostrata il principale determinante dell’infiammazione e della maggior parte dei casi di ipertensione. Si tratta di meccanismi nocivi indotti dalle diete ad elevato contenuto di carboidrati come la dieta mediterranea, in cui frequenti ed elevati picchi di glucosio durante il giorno aumentano sempre di più la risposta dell’ormone insulina, l’unico in grado di diminuire in modo rapido gli zuccheri nel sangue.

L’iper-insulinemia stimola il sistema nervoso simpatico46.

La disfunzione endoteliale , ad esempio, precede lo sviluppo della sindrome metabolica e del diabete di tipo 2, riducendo in modo asintomatico i livelli di ossido nitrico47,

  • carenza/malassorbimento di micronutrienti,
  • difetti di metilazione (MTHFR)48,
  • scarso movimento49,
  • infiammazione di basso grado.
  • [/su_list]

    Un aumento dello stress ossidativo importante, al punto che l’endotelio vascolare non riesce a gestire, conduce a ipertensione5051.
     
    Negli studi su animali, lo stress ossidativo aumenta la pressione sanguigna; se il problema viene corretto, la pressione si normalizza52.
    Lo squilibrio tra produzione ed eliminazione delle specie reattive dell’ossigeno (ROS=Reactive Oxygen Species) danneggia i tessuti vascolari e i loro meccanismi di mantenimento della pressione arteriosa5354, un fattore che molti ricercatori segnalano essere la principale causa di ipertensione555657.

    I bersagli principali dei radicali liberi (ROS) sono il rene e i vasi sanguigni. Entrambi questi organi sono dei tessuti intimamente coinvolti nella regolazione del flusso sanguigno e della pressione, e sono anche essi stessi dei produttori di ROS, il che li rende particolarmente vulnerabili58.

    Ruolo della muscolatura liscia

    Affinché la pressione sanguigna si mantenga nella norma, le pareti dei vasi devono essere elastiche, in modo da contrarsi e rilassarsi in sintonia con i cambi di pressione. Questo comportamento dipende dallo strato di cellulle della muscolatura liscia.

    Le cellule muscolari lisce sono presenti soprattutto negli organi cavi, dove ne influenzano l’attività e i sintomi relativi a una patologia; le troviamo nei vasi sanguigni e linfatici che irrorano l’interno di occhi e orecchie, le pareti dei bronchi, dello stomaco, delle vie biliari, dell’intestino, degli ureteri.

    Il danno da ROS riduce la capacità dei vasi sanguigni di rilassarsi di fronte all’aumento del flusso ematico, dando seguito all’aumento della pressione sanguigna59.

    I ROS innescano risposte infiammatorie anche all’interno e intorno ai vasi sanguigni, minacciando in tal modo anche il sangue oltre ad aumentare la pressione arteriosa60.

    Infine, nel cervello i ROS disturbano la segnalazione del sistema nervoso centrale, causando ulteriore ipertensione61.

    I reni subiscono i danni peggiori dello stress ossidativo

    Il rene è il principale organo di controllo della pressione sanguigna, in gran parte attraverso una rete di segnalazione molecolare chiamata sistema renina-angiotensina.

    Quando il rene percepisce un calo del flusso sanguigno, secerne un enzima chiamato renina, che a sua volta agisce sull’angiotensinogeno, una glicoproteina (proteina unita a un componente glucidico) prodotta dal fegato62.

    La renina taglia una piccola porzione della molecola di angiotensinogeno, producendo una breve catena di aminoacidi chiamata angiotensina I63.

    Un altro enzima, l’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE acronimo inglese di angiotensin-converting enzyme), fa un’ultima sforbiciata per produrre l’ormone peptidico attivo angiotensina II, un potente vasocostrittore, che produce un aumento immediato della pressione sanguigna6465.

    Ipertensione cosa fare? Farmaci e rimedi alternativi

    Breve storia di un circolo vizioso e soluzioni alternative

    Circa 30 anni fa i ricercatori hanno sviluppato una potente categoria di farmaci: gli ACE-inibitori. Questi farmaci impediscono la fase finale in cui l’angiotensina I si converte in angiotensina II. Utilizzati correttamente possono aiutare ad abbassare la pressione sanguigna, benché comportino il rischio di effetti collaterali66.

    Tuttavia, la maggior parte degli ACE-inibitori colpiscono solo un unico bersaglio molecolare, lasciando le cellule nella tempesta dello stress ossidativo che stimola la produzione di angiotensina. Si crea, quindi, un circolo vizioso, perché l’aumento della quantità di angiotensina biologicamente attiva (angiotensina II) promuove la produzione di ROS.

    I farmaci utilizzati per trattare l’ipertensione arteriosa, paradossalmente, nel tempo possono aggravare la patologia in 3 modi:

    • Stimolano l’aumento di peso riducendo la spesa energetica dell’organismo – articolo di approfondimento.
    • Aumentano il fabbisogno di nutrienti cellulari, tra cui ad esempio folati e vitamina C6768. In particolare, i betabloccanti riducono la formazione di collagene, aumentando il rischio di cancro al seno69.
    • Ritardano lo svuotamento gastrico, soprattutto i calcio-antagonisti, promuovendo a cascata i disturbi dell’intestino e l’infiammazione70.

    Verso un approccio più efficace dell’ipertensione

    Nel 2013 il Journal of Clinical Hypertension, un’importante rivista medica piuttosto tradizionalista e conservatrice, ha sottolineato che la prescrizione di farmaci per trattare i casi di ipertensione arteriosa potrebbe essere sostituita da una nutrizione appropriata combinata a integratori nutraceutici71.

    La gestione dello stress nell’ipertensione arteriosa

    Un livello di stress elevato – dovuto a cause esterne o interne all’individuo  – provoca ipertensione arteriosa stimolando il sistema nervoso simpatico. Numerosi studi suggeriscono che le tecniche in grado di ridurre stress, ansia e tensione nervosa (yoga, meditazione e altri) possono ridurre la pressione arteriosa sistolica e diastolica7273.

    Dieta e integrazione funzionale come sostegno alle arterire

    Oltre a curare l’alimentazione, una integrazione personalizzata aiuta a sostenere in modo adeguato la funzionalità delle arterie. È indispensabile agire per periodi prolungati attraverso un programma, concordato tra professionisti, che contempli:

    • una riduzione dei carboidrati derivati da cereali, patate, legumi, essendo le maggiori fonti alimentari di glucosio74,
    • un’accurata riduzione degli alimenti proinfiammatori e degli oli di semi75,
    • il sostegno all’endotelio e all’attività delle cellule muscolari lisce attraverso il ricorso a piante e micronutrienti funzionali al metabolismo cellulare, al rilassamento dei muscoli lisci, alla produzione e al rimodellamento di tessuto connettivo.

    Ipertensione essenziale: cosa può fare la consulenza naturopatica

    La consulenza naturopatica online per ipertesi è un approccio olistico che si affianca alle cure mediche intraprese per aumentarne l’efficacia e migliorare il benessere generale. Sempre più studi infatti sottolineano l’importanza dello stile di vita, del movimento, della gestione dello stress e del ricorso all’uso di piante officinali e integratori funzionali.

    Ci sono molti trattamenti naturali che si sono dimostrati efficaci in situazioni di ipertensione essenziale. Tuttavia, per intervenire sulle cause profonde che scatenano il disturbo è necessaria una strategia personalizzata.

    Grazie alla mia consulenza di naturopatia online potrai ottenere un aiuto concreto, mettendo al centro i tuoi obiettivi di benessere fisico ed emotivo, in accordo con il tuo medico curante.

    Puoi contattarmi qui per una chiacchierata senza impegno.

    Argomenti di salute cardiovascolare

    Avatar per Monica Martinuz
    Naturopata Educatrice in Nutrizione Funzionale®, Saggista, Ricercatrice autonoma e Blogger dal 2007.
    » Contatti
    Iscriviti alla Newsletter Settimanale
    Aggiornamenti gratuiti su nutrizione e integrazione funzionale
    form

    Non puoi copiare il contenuto di questa pagina