Farmaci per la pressione che fanno ingrassare e alternative

Evidence-Based ✓

Nell’ipertensione essenziale il ricorso ai farmaci avviene spesso senza aver individuato con chiarezza le cause sottostanti.

Il farmaco riporta rapidamente la pressione del sangue ai valori normali, favorendo però l’insorgenza di nuovi sintomi, tra cui l’aumento di peso.

Per evitare di assumere farmaci e di preoccuparsi poi se la pastiglia per la pressione fa ingrassare, è necessario trattare, con l’aiuto di un professionista, i meccanismi di fondo dell’ ipertensione essenziale, considerando di:

  • correggere l’alimentazione e risolvere un evenutale sindrome metabolica;
  • utilizzare una integrazione funzionale di sostegno al metabolismo cellulare dei vasi sanguigni, come si leggerà in questo articolo;
  • modificare lo stile di vita, fare sport, ridurre lo stress, imparare a rilassarsi e a respirare.
Farmaci per la pressione alta che fanno ingrassare

Quali sono i farmaci per l’ipertensione: nomi commerciali

Antagonisti del recettore per l’angiotensina II

  • Candesartan (Blopress®, Ratacand®)
  • Eprosartan (Tiartan®)
  • Irbesartan (Aprovel®, Coaprovel®, Karvea®, Karvezide®)
  • Losartan (Forzaar®, Lortaan®, Losaprex®, Losazid®)
  • Olmesartan (Olpress®, Olprezide®)
  • Olmesartan Medoxomil (Plaunac)
  • Olmesartan Medoxomil + Amlodipina(Giant)
  • Telmisartan (Micardis®, Pritor®)
  • Valsartan (Combisartan®, Cotareg®, Tareg®, Valpression®)

Calcio antagonisti

  • Amlodipina (Norvasc®)
  • Felodipina (Plendil®, Prevex®, Felodipina San)
  • Lacidipina (Lacirex®)
  • Lercanidipina(Zanedip®)
  • Nicardipina (Perdipina®)
  • Nifedipina (Adalat®, Adalat Crono®)

Trattano aritmia e angina pectoris:

  • Diltiazem (Dilzene®, Tildiem®, Altiazem®)
  • Gallopamil (Algocor®)
  • Verapamil (Isoptin®)

ACE-inibitori

Inibitori enzima di conversione dell’angiotensina:

  • Benazepril (Cibadrex®)
  • Captopril (Capoten®)
  • Enalapril (Enapren®)
  • Fosinopril (Fosicombit®)
  • Lisinopril (Zestril®, Zestoretic®)
  • Perindopril (Procaptan®)
  • Quinapril (Quinazil®)
  • Ramipril (Triatec®)
  • Zofenopril (Bifril®)

Diuretici

Elenco farmaci Diuretici tiazidici:

  • Idroclorotiazide (Esidrex®)
  • Coaprovel®, contiene irbesartan e idroclorotiazide)
  • Clortalidone (Igroton®)
  • Metolazone (Zaroxolyn®)

Farmaci Betabloccanti

Tutti nomi delle molecole dei farmaci β-bloccanti terminano con il suffisso “- lolo”.

  • Acebutololo (Secral®)
  • Atenololo (Tenormin®)
  • Betaxololo (Betoptic®)
  • Bisoprololo (Concor®, Congescor®, Cardicor®, Sequacor®)
  • Bisoprololo e idroclorotiazide (Lodoz®)
  • Carvedilolo (Dilatrend®)
  • Celiprololo (Cordiax®)
  • Esmololo (Brevibloc®)
  • Labetalolo (Trandate®)
  • Metoprololo (Lopresor®, Seloken®)
  • Nadololo (Nadololo®)
  • Nebivololo (Nebilox®, Nobistar)
  • Nebivololo+Idroclorotiazide (Lobidiur®)
  • Pindololo (Visken®)
  • Propranololo (Inderal®)
  • Sotalolo

Come funziona l’aumento di peso con i farmaci per la pressione

I diuretici sono associati a modeste perdite di peso di 0,4-2,7 kg, mentre gli ACE inibitori nel complesso sembrano avere un effetto neutro in termini di peso.1

I farmaci antagonisti dei canali del calcio possono causare edema periferico, ridistribuendo l’acqua del corpo nello spazio extravascolare, ma di solito non causano aumento di peso.
I due calcio-antagonisti più prescritti, l’amlodipina (da -0,7 a +0,8 kg) e il diltiazem (da -0,1 a +1,2 kg), sembrano condurre in media a variazioni di peso inferiori a 1,5 kg.2

Si noti che talvolta un farmaco prevede la prescrizione Off-Label, ovvero lo stesso farmaco che tratta l’ipertensione essenziale troverebbe impiego per altri tipi di disturbi. Ad esempio, il principio attivo della felodipina (farmaco calcio-antagonista) potrebbe essere utilizzato anche nell’ipertensione renovascolare, nell’ipertensione polmonare, nell’angina pectoris cronica stabile e nell’insufficienza cardiaca congestizia3.

Tra i bloccanti del recettore dell’angiotensina II, abbiamo il telmisartan (da -2,1 a +0,2 kg) e il losartan (da -4,2 a -0,1 kg) che sono associati a perdita di peso. Olmesartan (da -0,5 a +0,3 kg) e irbesartan (da -1,0 a + 0,2 kg) sono considerati di effetto neutro, il valsartan (da +0,6 a +2,4 kg) può essere associato a modesti aumenti di peso4.

I farmaci beta-bloccanti fanno ingrassare, dato che hanno l’effetto peggiore sull’aumento di peso. Per questo sono stati oggetto di alcune indagini approfondite.

Farmaci beta-bloccanti e aumento di peso

I beta-bloccanti vengono utilizzati non solo come antipertensivi ma anche nella terapia dell’insufficienza cardiaca e nel trattamento dell’aritmia cardiaca.

Al di là dell’effetto principale, è stato rilevato un collegamento diretto tra farmaci beta-bloccanti e aumento di peso, soprattutto nei primi mesi di trattamento, seguiti da una fase di stallo.

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L’aumento di peso potrebbe dipendere da una duplice azione collaterale dei farmaci per la pressione β-bloccanti5:

  • inibizione della lipolisi (mancata demolizione dei lipidi negli adipociti),
  • diminuzione del dispendio energetico a riposo.

Questi effetti sono stati confermati in diversi studi clinici.

Studi clinici segnalano 11/25 chili di sovrappeso per chi fa uso di farmaci per la pressione

Lo studio che segue, riportato dalla rivista scientifica Nature, mette ben in evidenza il problema.

Una indagine sui farmaci per la pressione β-bloccanti6, in cui sono stati coinvolti oltre 11.400 adulti australianiaffetti da ipertensione arteriosa e / o diabete, ha scoperto che le persone in trattamento con β-bloccanti avevano un giro vita più largo e una media di 11/25 chili di sovrappeso.

Ma non finisce qui, perché i ricercatori, guidati dal dottor Paul Lee del St. Vincent Hospital di Sydney, hanno eseguito dei test dopo i pasti utilizzando un calorimetro su 30 pazienti ipertesi. 

Risultato:
le persone in cura con farmaci per la pressione beta-bloccanti in generale bruciano meno calorie e grassi.

Ridurre i farmaci per la pressione in 3 mosse

I passi fondamentali per gestire una ipertensione idiopatica o essenziale sono in sostanza: la riduzione del picco glicemico e insulinemico, integrazione funzionale e attività sportiva. In questa sede parliamo dei primi due step.

Contenere i picchi glicemici (di seguito 3 strategie utili) è uno dei passi più importanti per controllare sviluppo e progressione dell’ipertensione, specialmente se si tratta di una ipertensione essenziale (qui puoi trovare gli effetti dello sport).

Inoltre, come riportato nella letteratura medica, è necessario abbinare l’integrazione di micronutrienti e nutraceutici selezionati.

Correggere l’alimentazione: ridurre picco glicemico e insulinemico

Uno degli ormoni che nella maggior parte dei casi si può controllare attraverso l’alimentazione è l’insulina. Questo ormone interviene dopo i pasti per far entrare il glucosio nelle cellule. Più spesso si verificano dei picchi elevati di glicemia durante il giorno, maggiore sarà la produzione di insulina.

I picchi insulinemici troppo frequenti hanno la tendenza graduale a divenire più elevati con il tempo, a parità di contenuto glucidico introdotto con l’alimentazione. L’insulina elevata, anche in individui sani, è in grado di:

  • impedire la degradazione delle goccioline lipidiche che si accumulano negli adipociti (tendenza ad ingrassare e difficoltà a dimagrire),
  • promuovere fattori che aumentano l’infiammazione, i depositi vascolari e il cancro7.

L’insulina, quando è elevata in modo eccessivo, partecipa allo sviluppo graduale dell’ipertensione, attraverso meccanismi che perdurano nonostante si assumano farmaci per la pressione 8, perchè stimola:

  • l’ipertrofia di alcuni vasi sanguigni,
  • il sistema nervoso simpatico (incentiva la sintesi di adrenalina e cortisolo),
  • il riassorbimento renale del sodio.

Se ti stai chiedendo come puoi gestire il picco glicemico e ridurre la fame, puoi farlo mediante tre strategie, secondo la tua necessità:

Integratori funzionali di supporto alla terapia e come prevenzione

Alcuni composti nutraceutici si possono affiancare ai farmaci per la pressione, consentendo di ridurne gli effetti avversi e di migliorarne la tolleranza. Naturalmente, l’integrazione nutrizionale deve essere personalizzata secondo le esigenze.

Ruolo dei micronutrienti nella terapia farmacologica con antipertensivi

Numerose evidenze cliniche9 sottolineano l’importanza dell’integrazione dei micronutrienti essenziali (minerali e vitamine) nella gestione dell’ipertensione arteriosa soprattutto in supporto alla terapia farmacologica.

I farmaci per la pressione, oltre all’aumento di peso, sequestrano micronutrienti essenziali e indispensabili al metabolismo cellulare, tanto da interferire con la combustione delle calorie, la prevenzione del peggioramento dell’ipertensione, nonché con i benefici ottenibili dall’esercizio fisico.

In altre parole, ciò significa che nel lungo periodo è pressoché impossibile smettere di assumere farmaci per la pressione.

Ecco perché a volte dieta e movimento potrebbero essere approcci insufficienti, benché importanti. Una integrazione funzionale mirata costituita da nutraceutici selezionati, può esser utile come prevenzione e per migliorare l’azione dei farmaci per la pressione, rendendoli efficaci a dosi più basse e più tollerabili.

Alcuni composti micronutrienti – ad esempio quelli che stimolano la produzione fisiologica di ossido nitrico – sono stati identificati dalla ricerca scientifica per il loro effetto terapeutico nei confronti dell’ipertensione, e più in generale come agenti preventivi dei rischi cardiovascolari, evidenziandone la capacità di modulare i seguenti fattori:

  • stress ossidativo,
  • iperattività del sistema renino-angiotensina,
  • infiammazione,
  • iperlipidemia,
  • resistenza dei tessuti vascolari.

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Di seguito un breve cenno al ruolo degli acidi grassi Omega-3 e della vitamina C che possono essere utili in prevenzione e anche se già si assumono farmaci per la pressione.

Acidi grassi Omega-3

Gli acidi grassi Omega-3 EPA e DHA aiutano a ridurre la pressione sanguigna, secondo una recente meta-analisi pubblicata sull’American Journal of Hypertension10.

I ricercatori hanno messo in comune i dati di 70 studi clinici randomizzati (RCT) che esaminano l’effetto dell’EPA e del DHA, derivati da frutti di mare e da integratori, in adulti con e senza pressione alta.

L’efficacia degli acidi grassi Omega-3 è stata pari o superiore ai cambiamenti dello stile di vita come l’esercizio fisico, la riduzione del sale o la limitazione dell’alcol.

L’analisi ha rilevato una diminuzione media della pressione di 4,51 mm/Hg (sistolica) e di 3,05 mm/Hg (diastolica) nei partecipanti che hanno ricevuto Omega-3, rispetto al gruppo placebo.

“Quando si misura la pressione sanguigna, anche piccole riduzioni possono avere un impatto clinico significativo”, ha commentato Dominik D. Alexander, PhD, MSPH, autore senior della meta-analisi.

Vitamina C

L’effetto della vitamina C sulla pressione sanguigna è stata rilevata in molti studi clinici11.

Uno studio12 durato 6 mesi, forse uno tra i più lunghi, rispetto a pubblicazioni precedenti, mostra che l’integrazione di vitamina C riduce la pressione sanguigna nei pazienti ipertesi.

La lunghezza dello studio ha consentito di notare che i pazienti hanno attraversato una fase di stallo dei valori pressori, senza mai avere picchi di ipertensione. I ricercatori sono riusciti a identificare un effetto dose-risposta della vitamina C, scoprendo che qualsiasi assunzione di vitamina C inferiore ai 500 mg non ha alcun beneficio terapeutico.

Un’altra revisione del 202013, esaminando molteplici studi, è giunta alla conclusione che la vitamina C è utile nell’ipertensione essenziale.

A chi rivolgersi per un consiglio

La difficoltà di gestire l’ipertensione spesso è una conseguenza dello stile di vita, del comportamento alimentare e di altri fattori. A tutto ciò si aggiungono gli effetti collaterali dei farmaci per la pressione.

Come naturopata aiuto le persone considerando la loro unicità e il loro stile di vita. Migliorare il proprio stato di benessere e la qualità di vita può richiedere una revisione dello stile alimentare, delle abitudini, il ricorso a rimedi funzionali, una integrazione mirata di supporto.

L’obbiettivo è ricercare delle soluzioni personalizzate, da porre all’attenzione del tuo medico curante di fiducia.

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Monica Martinuz
Naturopata Educatrice in Nutrizione Funzionale®, Saggista, Ricercatrice autonoma e Blogger dal 2007.
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