Osteoporosi cause, sintomi e cure

Evidence-Based ✓

Osteoporosi: perdita di massa e di robustezza del tessuto osseo. Di conseguenza le ossa diventano fragili, possono essere più inclini a fratturarsi, soprattutto quelle dell’anca, della colonna vertebrale e del polso.

Per coloro che ne sono affetti, gli obiettivi principali sono: evitare le cadute, prevenire le fratture allenando la forza e l’equilibrio, attuare strategie nutrizionali in grado di mantenere un buon equilibrio del metabolismo osseo.

In questo articolo vedremo che cos’è e le cause di osteoporosi, i sintomi e come prevenirla attraverso l’alimentazione, l’attività fisica e l’integrazione.

Osteoporosi, cause, diagnosi, alimenti, dieta e rimedi naturali

Osteoporosi cos’è?

L’osteoporosi è la riduzione della densità minerale ossea che modifica in peggio la massa e la microstruttura delle ossa. Ciò può condurre a una diminuzione della resistenza ossea e ad un incremento del rischio di fratture.

Nelle donne in menopausa e negli uomini anziani l’osteoporosi rappresenta la principale causa di fratture.

Osteopenia e osteoporosi differenza e diagnosi

In genere il picco massimo nella densità ossea si raggionge a circa 35 anni d’età e man mano che invecchiamo è normale andare incontro – in modo asintomatico – a osteopenia, che aumenta il rischio di sviluppare osteoporosi.

Si verifica osteopenia quando i processi metabolici di demolizione del tessuto osseo avvengono più velocemente di quelli che invece lo formano. Ciò significa perdere densità ossea.

La differenza tra osteopenia e osteoporosi dipende dal livello di gravità della perdita di massa ossea. La diagnosi avviene in entrambe i casi sulla base della densiometria ossea misurata a livello della colonna vertebrale o dell’anca, attraverso la scansione DEXA (Dual Energy X-ray absorptiometry).

Viene definita osteopenia quando la densiometria ossea appare con un punteggio (T-SCORE) tra -1 e -2,5. Quando il punteggio scende al di sotto di -2,5 si tratta di osteoporosi1.

Sintomi di osteoporosi

Alcuni segnali potrebbero indicare una potenziale perdita ossea, tra cui ad esempio:

  • gengive che si ritirano. Uno dei segnali che la mascella sta perdendo osso potrebbero in alcuni casi essere evidenti nello stato delle gengive, ma occorre verificare col proprio dentista.
  • Forza di presa debole. Non si tratta solo di un segnale che dobbiamo allenare la forza, merita delle indagini, dato che è stato collegato a riduzione della densità minerale ossea, all’aumento del rischio di cadute2, a una maggior rischio di disturbi cardiovascolari e artrite reumatoide.

In genere l’osteoporosi è un disturbo “silenzioso” perché non si manifestano sintomi fino a quando non si rompe un osso.

Ad esempio, i sintomi di una frattura vertebrale comprendono forti dolori alla schiena, perdita di altezza o malformazioni della colonna vertebrale, come una postura chinata o ingobbita (cifosi).

Le ossa colpite da osteoporosi possono diventare così fragili che le fratture si verificano in modo spontaneo o come conseguenza di:

  • cadute di entità minime, che non causerebbero una frattura in un osso sano;
  • sollecitazioni normali, come un forte starnuto oppure un sollveamento o un piegamento.

Osteoporosi primaria e secondaria

Esistono due tipi di osteoporosi:

  • osteoporosi primaria – comprende la perdita di massa ossea in postmenopausa, in vecchiaia e l’osteoporosi idiopatica che riguarda donne e uomini adulti e giovani;
  • osteoporosi secondaria – detta anche di tipo II, è dovuta a un’altra condizione di base, come l’ipertiroidismo o la malattia di Cushing. Questo gruppo comprende la perdita ossea dovuta a condizioni specifiche, tra cui: disturbi gastrointestinali, renali, del midollo e del sistema endocrino, patologie oncologiche e come effetto collaterale dei farmaci3.

Osteoporosi fattori di rischio

Tra i fattori di rischio non modificabili, associati all’osteoporosi, vi sono l’età avanzata, il sesso, la genetica e l’etnia.

I fattori di rischio modificabili sono: un’assunzione insufficiente di proteine4, eccesso di carboidrati5e alimenti poveri di vitamine e minerali, ipovitaminosi D.67

Anche le cadute possono predisporre a osteoporosi. Tra i fattori di rischio individuali per le cadute vi sono: precedenti cadute, sarcopenia ovvero perdita muscolare, i disturbi della vista e dell’equilibrio, disturbi cognitivi, aritmia, abitudine di bere alcolici, specie in concomitanza con una terapia farmacologica (ad esempio gli anti-ipertensivi).

Osteoporosi quando preoccuparsi

Elenco di condizioni piuttosto comuni che possono contribuire al rischio di osteoporosi.

  • Frattura da compressione vertebrale
  • Frattura di fragilità dopo i 40 anni
  • Storia familiare di frattura osteoporotica
  • Sarcopenia (scarsa massa muscolare)
  • Terapia con glucocorticoidi oltre i 3 mesi
  • Omociesteina elevata
  • Sindrome da malassorbimento
  • Propensione alle cadute
  • Osteopenia
  • Menopausa precoce (prima dei 45 anni)
  • Storia passata di ipertiroidismo
  • Terapia anticonvulsivante
  • Scarso apporto di minerali
  • Fumare
  • Oltre 3 bicchieri di alcol al giorno
  • Oltre 3 caffè al giorno
  • Basso indice di massa corporea
  • Perdita di peso > 10% prima dei 25 anni
  • Terapia cronica con eparina
  • Aver subito un trapianto d’organo

Se una o più condizioni, tra quelle elencate, riguardano anche te, è bene considerare di attivarsi per: interrompere le cattive abitudini, adottare una dieta adeguata, fare un’attività fisica mirata e progettare, con l’aiuto di un professionista, una integrazione in grado favorire non solo il metabolismo osseo ma anche il microcircolo, che di fatto nutre l’osso.

Osteoporosi cause

Tra le cause di osteoporosi precoce e osteoporosi giovanile troviamo: disequilibri ormonali, omocisteina elevata, dieta ricca di carboidrati, alimenti iperglucidici e bevande analcoliche (con o senza zucchero), farmaci, contraccettivi orali.

Disequilibri ormonali

Una minore quantità di estrogeni può ridurre ulteriormente la formazione ossea e la crescita di nuovo osso. Pertanto, le donne in post-menopausa, oppure con bassi livelli di estrogeni negli anni della riproduzione, possono essere a maggior rischio di osteoporosi8.

Omocisteina Elevata

Elevati livelli di omocisteina, un composto intermedio del metabolismo cellulare, sono associati a stress ossidativo, aumento del ricambio osseo e aumento del rischio di fratture. Normalmente, l’omocisteina è un aminoacido che viene riciclato, ma alcune carenze vitaminiche, soprattutto di B12, Acido folico, B2, B6 a livello cellulare ne causano l’accumulo nel sangue.

L’omocisteina interferisce con la reticolazione del collagene e il suo impatto sull’osso può essere significativo. Negli anziani, elevati livelli di omocisteina possono aumentare il rischio di frattura dell’anca del 70%9.

Dieta e osteoporosi: quali alimenti?

Una dieta ricca di carboidrati e zuccheri ha profonde implicazioni negative sull’osso. Scopriamo perché lo zucchero, e non il sale, è il cristallo bianco che ha maggiori probabilità di essere un fattore di rischio per osteoporosi, soprattutto se consumato in eccesso.

Troppi carboidrati causano osteoporosi?

I picchi glicemici frequenti sono causa di osteoporosi, perché incrementano l’infiammazione, l’acidosi, l’iperinsulinemia, il carico di acido renale e l’escrezione urinaria di calcio e magnesio10.

L’iperglicemia è associata a una minore qualità e densità ossea11.

Inoltre, è persino possibile che il consumo di zucchero determini una diminuzione della forma attiva della vitamina D, con conseguente riduzione dell’assorbimento intestinale del calcio12.

In definitiva, la letteratura segnala che una dieta ricca in glucidi, a prescindere dal tipo di carboidrati e zuccheri ingeriti, può determinare rapidamente una carenza di magnesio, di calcio e anche di vitamina D, compromettendo il metabolismo e la salute ossea.

Osteoporosi e sale: quale relazione?

Un apporto ridotto di sodio (meno di 3 grammi al giorno) in un adulto di peso medio può ridurre l’attività degli osteoclasti (cellule essenziali per il riassorbimento e la ristrutturazione dell’osso), attraverso due meccanismi chiave131415 :

  • ridotti livelli di sodio nel sangue,
  • attivazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone.

Diversi studi dimostrano che una maggiore assunzione di sale si associa a un’elevata densità minerale ossea1617.

Il mantenimento di bassi livelli di sodio nel sangue non solo è potenzialmente dannoso per la salute delle ossa, ma sembra anche aumentare il rischio di morbilità e mortalità cardiovascolare. Infatti, anche livelli normali di sodio nell’intervallo inferiore alla norma (136-138 mEq/L) aumentano significativamente il rischio di morbilità per complicazioni cardiovascolari, rispetto all’intervallo superiore alla norma (139-143 mEq/L)18.

È stato riscontrato che bassi livelli di sodio nel sangue sono l’anomalia elettrolitica più comune, e questa condizione si verifica di frequente nella popolazione anziana sia dentro che fuori l’ambiente ospedaliero19.

L’iposodiemia riduce la capacità di mantenersi in equilibrio e può quindi predisporre a cadute e lesioni in particolare negli individui più anziani, potenziando l’aumento del rischio di fratture dopo una caduta di circa quattro volte20.

Bevande analcoliche

Le bevande analcoliche più o meno ricche di zuccheri, soda, cola e caffeina compromettono l’assorbimento di calcio e ne aumentano l’escrezione con le urine, tanto da ridurne la disponibilità per il mantenimento di ossa e denti sani. Alcune stime riferiscono che tali bevande aumentano di 1.7 volte il rischio fratture21.

Farmaci che causano osteoporosi

Tra i farmaci che possono causare osteoporosi troviamo: gli inibitori di pompa protonica, i contraccettivi orali, gli antinfiammatori e gli inibitori dell’aromatasi.

Inibitori di pompa protonica (protettore gastrico)

Secondo una revisione del 201922 gli inibitori di pompa protonica (IPP) sono stati associati a un elevato rischio di fratture in 10 studi su 14 analizzati.

L’aumento della produzione di gastrina e l’ipocloridria sono i due principali meccanismi che influenzano il rimodellamento osseo, l’assorbimento dei minerali e la forza muscolare, contribuendo all’aumento del rischio di fratture tra i consumatori di IPP.

Contraccettivi orali

Siccome nel periodo che va della prima comparsa delle mestruazioni ai 30 anni d’età, si suppone avvenga il picco massimo di accumulo di calcio, l’uso di progestinici in questo arco di tempo può essere la causa di osteoporosi giovanile e grave23.

Antinfiammatori orali e inibitori dell’aromatasi

Sono stati segnalati per gli effetti dannosi sulla massa ossea, i corticosteroidi e le terapie adiuvanti con antagonisti ormonali, ovvero gli inibitori dell’aromatasi nelle donne sottoposte a intervento chirurgico per cancro al seno e gli agonisti dell’ormone di rilascio della gonadotropina (GnRH) negli uomini con cancro alla prostata24.

Cause di osteoporosi secondaria

Una condizione di osteoporosi secondaria significa che non è in relazione con l’invecchiamento tipico dell’osso, bensì dipende da altre condizioni di salute.

Disbiosi intestinale

La disbiosi intestinale può portare a infiammazione sistemica, malassorbimento di nutrienti, tra cui il calcio. Di recente, il ruolo del microbiota del tratto digestivo è divenuto oggetto di numerose indagini in relazione all’osteoporosi.

Sempre più studi segnalano che nei pazienti con osteoporosi è presente una forte correlazione tra disbiosi e diminuzione della densità ossea. Oltre alla valutazione degli indicatori infiammatori interleuchina-1 (IL-1), IL-6 e del fattore-alfa di necrosi tumorale, i ricercatori raccomandano una indagine del profilo microbico dell’intestino.

Tra le terapie che aiutano a normalizzare il microbiota del tratto digestivo nei pazienti con osteoporosi si segnalano:

  • l’uso di oli essenziali mirati in sostituzione dei classici antibiotici25 per ristabilire l’eubiosi batterica.
  • Fibre prebiotiche che promuovono la crescita di batteri produttori di acidi grassi catena corta,
  • probiotici mirati che hanno dimostrato di ridurre la perdita di densità ossea26.

Altre condizioni di salute

L’elenco delle condizioni di salute che seguono, riportato nelle linee guida 201627, sono state associate a osteoporosi.

Disturbi endocriniDisturbi ematologici
Ipogonadismo
Ipercortisolismo
Iperparatiroidismo
Ipertiroidismo
Iperprolattinemia
Diabete mellito di tipo 1 e 2
Acromegalia
Carenza di GH
Malattie mielo- linfoproliferative
Mieloma multiplo
Mastocitosi sistemica
Talassemia
Gammopatie monoclonali
Anemia falciforme
Emofilia
Vedi la lista completa ...
Disturbi ematologiciDisordini neurologici
Ipercalciuria renale idiopatica
Acidosi tubulare renale
Malattia renale cronica
Malattia di Parkinson
Sclerosi multipla
Paraplegia
Sequele di ictus
Distrofie muscolari
Disturbi gastrointestinaliDisordini genetici
Malattia epatica cronica
Cirrosi biliare primaria
Malattia celiaca
Malattia infiammatoria cronica dell’intestino
Resezione gastrointestinale
Bypass gastrico
Intolleranza al lattosio
Malassorbimento intestinale
Insufficienza pancreatica
Osteogenesi Imperfetta
Ehlers-Danlos
Malattia di Gaucher
Glicogenosi
Ipofosfatasia
Emocromatosi
Omocistinuria
Fibrosi cistica
Sindrome di Marfan
Sindrome di Menkes
Porfiria
Sindrome di Riley-Day
Disordini reumaticiAltri disturbi
Artrite reumatoide
Lupus eritematoso sistemico
Spondilite anchilosante
Artrite psoriasica
Sclerodermia
Altre malattie del tessuto connettivo
Malattia polmonare cronica ostruttiva
Anoressia nervosa
AIDS/HIV
Amiloidosi
Sarcoidosi
Depressione

Effetti dei farmaci che curano l’osteoporosi

È ormai ampiamente noto che i farmaci utilizzati per curare l’osteoporosi, come bifosfonati e il denosumab solo per fare alcuni esempi, sono causa di fratture atipiche, alterando la composizione dell’osso compatto (corticale), aumentando, in soli due anni, la fragilità28 e il rischio di fratture vertebrali spontanee 29.

Oltre a indebolire la struttura ossea, i farmaci contro l’osteoporosi sono stati segnalati per altri numerosi effetti avversi, tra cui: disturbi gastrointestinali, osteonecrosi della mascella, fibrillazione atriale e aumento del rischio di cancro esofageo.

La teriparatide provoca un aumento dei livelli di cortisolo, che favorisce la perdita di massa ossea, e comporta anche un aumento del rischio di osteosarcoma nel corso della vita.30

Anche se un individuo non sperimenta nessuno degli effetti avversi causati da questi farmaci per l’osteoporosi, la loro durata massima di utilizzo raccomandata è di 3-5 anni, mentre il rimodellamento osseo è un processo che dura tutta la vita, mentre circa il 10% dello scheletro si rinnova in ogni momento31.

Come prevenire e curare l’osteoporosi

I semi di questo pernicioso disturbo vengono gettati durante l’adolescenza, quando lo scheletro è più attivo nell’assorbimento del calcio e nella costruzione di quasi tutta la massa ossea.

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L’assunzione di verdure a foglia verde, ricche di minerali, calcio e vitamine del gruppo B, è fondamentale per una crescita ossea ottimale. Altrettanto lo è l’esposizione solare e l’integrazione al fine di mantenere elevati livelli di vitamina D.

Un apporto sufficiente di vitamina D, vitamina K2, calcio e magnesio, una sana funzione digestiva e un regolare esercizio fisico sono fattori chiave per ottenere una salute ottimale dello scheletro.

I migliori esercizi per prevenire osteoporosi

Nella sezione salute osteoarticolare – alla voce “Esercizi per articolazioni e ossa” – ho documentato l’importanza dell’allenamento della forza per rinforzare l’ossatura e ho descritto quali allenamenti sono più efficaci.

Come ho già spiegato, la passeggiata è del tutto inutile per le ossa. Tuttavia, se si tratta dell’attività fisica preferita e vogliamo renderla efficace al fine di migliorare la densità ossea, dobbiamo alternare esercizi ad alta intensità durante il percorso.

Ad esempio, accelerare il passo, cambiare direzione (andare all’indietro o di lato) o trovare una o due colline da superare. Durante la settimana, però è importante dedicare almeno un paio di giorni ad esercizi più intensi, alternado giornate dedicate al sollevamento pesi.

Esercizi di rafforzamento

Per aumentare la forza, è possibile lavorare con pesi liberi, usare le macchine in palestra o fare esercizi a terra. Studi recenti hanno confermato che è importante sollevare un peso sufficiente per stimolare la crescita ossea, facendo meno ripetizioni con i pesi più pesanti.

Per determinare quanto peso sollevare, questo calcolatore ti aiuterà a determinare il peso da sollevare in base al numero di ripetizioni.

Accompagna sempre agli esercizi con la respirazione e cerca di allenare le aree più soggette a fratture: la colonna vertebrale, i fianchi e i polsi. L’allenamento con i pesi è consigliato almeno due o tre volte a settimana.

Una zona che spesso richiede attenzione è quella dei muscoli estensori spinali, situati sopra la colonna vertebrale. Rafforzare tali muscoli consente di migliorare la postura e di ridurre il rischio di fratture. Ecco un semplice esercizio da eseguire per 3-5 minuti, anche solamente al mattino:

Osteoporosi cause, sintomi e cure, allenamento come prevenzione

Latte, latticini e calcio

Non ci sono prove affidabili per affemare che la salute del nostro scheletro tragga beneficio dal consumo di prodotti lattiero-caseari e nemmeno dagli integratori di calcio.

Una revisione del 202032 ha segnalato l’assenza di effetti protettivi derivanti dell’assunzione di latte e latticini sul rischio di osteoporosi e frattura dell’anca, mentre “ogni ulteriore assunzione di latte di 200 grammi al giorno è stata associata a un rischio maggiore del 9% di frattura dell’anca”.

Precedenti meta-analisi hanno riportato risultati simili: nessuna evidenza di effetti protettivi del consumo di latte33 e nessun collegamento tra uno scarso consumo di latte e rischio di frattura dell’anca34.

Il latte di mucca può causare esofagite eosinofila

Attenzione! La terapia a base di inibitori di pompa protonica viene erroneamente prescritta anche nell’esofagite eosinofila, una malattia infiammatoria cronica dell’esofago. In realtà, l’esofagite eosinofila è causata da allergia alle proteine del latte di mucca. Una terapia adeguata dovrebbe prevedere una dieta priva di latticini contenenti caseine e lattosio3536.

Integratori di solo calcio

Per ciò che riguarda una integrazione per osteoporosi che prevede solo il calcio, una meta-analisi37 di studi di coorte di grandi dimensioni e studi clinici randomizzati ha rilevato che l’assunzione di calcio non influisce e non riduce il rischio di frattura nelle donne e nemmeno negli uomini.

Si è scoperto altresì che l’integrazione del calcio senza la vitamina D può addirittura aumentare il rischio di frattura.

Integrazione per osteoporosi

La sinergia di micronutrienti presenti nell’elenco che segue, si trova contenuta in un unico specifico integratore, Osteovital, consigliato dai migliori professionisti anche a pazienti con problemi di omocisteina e difetti dell’enzima MTHFR.

Osteovital contiene solo micronutrienti ad elevata biodisponibilità ed è stato studiato per sostenere i fisiologici meccanismi che controllano la mineralizzazione e il metabolismo delle ossa.

La sinergia dei composti sopra elencati promuove:

  • il normale metabolismo osseo,
  • la protezione del tessuto connettivo osseo,
  • il fisiologico rimodellamento delle strutture osteoarticolari,
  • la normale sintesi di collagene.

Di seguito gli effetti sulle ossa rilevati dalla ricerca medica sui singoli composti.

Magnesio

Ruolo del magnesio nell'attivazione e nelle funzioni della vitamina D › J Am Osteopath Assoc. 2018

Pubblicazione originale

Il magnesio agisce come cofattore nelle reazioni enzimatiche che, nel fegato e nei reni, metabolizzano la vitamina D. In caso di carenza di magnesio la vitamina D rimane inattiva.

È quindi essenziale garantire all’organismo la quantità raccomandata di magnesio per ottenere i benefici della vitamina D.

Approfondimento sul Magnesio

Vitamine D3 + K2

L'interazione sinergica tra le vitamine D e K per la salute delle ossa e del sistema cardiovascolare › Int J Endocrinol. 2017

Pubblicazione originale

Lo studio riassume le prove disponibili dell’interazione sinergica tra le vitamine D e K nella salute delle ossa e del sistema cardiovascolare.

ESTRATTO DALLA PUBBLICAZIONE

Evidenze in vitro

Le colture di cellule di osteoblasti umani indicano che la glicossidazione interferisce con la maturazione degli osteoblasti; tuttavia, questo processo può essere controbilanciato dall’aggiunta di vitamine D e K, che invertono la glicossidazione38 dannosa su diversi marcatori ossei.

Trial clinici

Un piccolo studio condotto su 15 donne sane ha indicato che 3 settimane di integrazione di 20 ml di olio extravergine di oliva arricchito con vitamine D, K e B6 hanno portato a concentrazioni più basse di osteocalcina non carbossilata.

Un numero crescente di studi randomizzati controllati ha dimostrato gli effetti combinati delle vitamine D e K sull’osteoporosi postmenopausale, per lo più condotti in Giappone con una durata compresa tra 8 settimane e 3 anni .

Uno studio randomizzato con 4 bracci (dieta, menachinone-4, colecalciferolo e menachinone-4 + colecalciferolo) ha dimostrato che solo il braccio con vitamina K2 (menachinone-4) e vitamina D3 (colecalciferolo) ha aumentato la densità minerale ossea.

Risultati simili sono stati riscontrati in un altro studio condotto su donne in postmenopausa con osteoporosi, monitorate per circa 5 anni dopo la menopausa.

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Betacarotene

Effetti dell'assunzione di β-carotene sul rischio di fratture: una meta-analisi bayesiana › BMC Musculoskelet Disord. 2020

Pubblicazione originale

Scopo dello studio

Questo studio ha come obiettivo quello di chiarire se esiste un’associazione tra assunzione di β-carotene e il rischio di fratture.

I dati clinici di 190.545 uomini e donne, con un’età media di circa 60 anni sono stati estrapolati da studi selezionati nelle banche dati di PubMed, EMBASE e Cochrane.

Per la sintesi e l’elaborazione statistica sono stati utilizzati i modelli statistici frequentista e bayesiano a effetti casuali.

La probabilità che l’integrazione di betacarotene riducesse il rischio di frattura dell’anca e di qualsiasi tipo di frattura di oltre il 20%, è stata del 95%.

CONCLUSIONI

Più l’assunzione di β-carotene era elevata minore era il rischio di fratture, un dato evidenziato anche negli studi caso-controllo e di coorte. Per confermare questa relazione sono necessari ulteriori studi controllati randomizzati.

Boro

Niente di noioso sul Boro › Integr Med (Encinitas). 2015

Pubblicazione originale

Una serie di studi per evidenziare gli effetti più importanti del boro sulla salute umana, con riferimento:

  • allo sviluppo e alla rigenerazione delle ossa,
  • alla guarigione delle ferite,
  • alla sintesi e al metabolismo degli steroidi sessuali e della vitamina D,
  • all’assorbimento e all’utilizzo del calcio e del magnesio.

Grazie ai suoi effetti antinfiammatori, il boro può contribuire ad alleviare l’artrite e a migliorare le funzioni cerebrali. Inoltre ha dimostrato effetti antitumorali così significativi che i composti borati vengono ora utilizzati nel trattamento di diversi tipi di cancro.

Viene fornita una sintesi delle prove che suggeriscono di considerare il boro come un micronutriente essenziale, insieme alle principali fonti alimentari e alle raccomandazioni di assunzione.

In numerosi studi gli effetti benefici del boro appaiono con assunzioni maggiori di 3 mg/die.

L’assunzione massima di sicurezza è stata fissata in 20 mg/die per gli individui di età ≥ 18 anni.

Un dosaggio di 3 mg/die potrebbe essere utile a tutti gli individui che consumano una dieta povera di frutta e verdura o che sono a rischio di osteopenia, osteoporosi, osteoartrite (OA) o cancro al seno, alla prostata o ai polmoni.

Calcio

Integrazione di calcio, densità minerale ossea e contenuto minerale osseo. Predittori dei cambiamenti della massa ossea nelle madri adolescenti durante il periodo post-partum di 6 mesi › Arch Latinoam Nutr. 2012

Pubblicazione originale

Sperimentazione clinica durata 6 mesi, non controllata con placebo, che ha coinvolto 37 donne tra i 18-29 e i 30-44 anni di età e in sovrappeso.

L’integrazione di calcio è stata fatta tramite prodotti alimentari (932 mg di calcio) e tramite compresse (1000 mg).

Entrambe le modalità sono risultate ugualmente efficaci nell’aumentare la densità minerale ossea rispetto al valore di base nelle donne dopo il parto. Non è stato utilizzato alcun gruppo placebo.

Fosforo

Associazione tra assunzione di fosforo e salute delle ossa nella popolazione NHANES › Nutr J. 2015

Pubblicazione originale

L’obiettivo di questo studio era stimare le associazioni tra assunzione di fosforo (P) e i parametri di salute delle ossa, come il contenuto minerale osseo e la densità minerale ossea.

I dati sono stati raccolti da maschi e femmine di età compresa tra 13 e 99 anni che hanno partecipato al National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) 2005-2010. Le analisi hanno mostrato che una maggiore assunzione di fosforo era associata a una maggiore assunzione di Ca e che i rapporti Ca:P nella dieta (0,51-0,62, con una media di 0,60 per gli adulti) erano adeguati in tutti i gruppi di età/sesso.

Un’elevata assunzione di P ha migliorato il contenuto minerale osseo nelle adolescenti di sesso femminile (Q4 vs. Q1: BMC, 30,9 ± 1,1 vs. 29,0 ± 0,5 g, P = 0,001). Sono anche migliorati sia il contenuto che la densità minerale ossea  negli adulti di età superiore ai 20 anni, nei quali si è ridotto il rischio di osteoporosi (Q4 vs Q1: OR di osteoporosi, 0,55; intervallo di confidenza [CI] al 95%, 0,39-0,79; P = 0,001; BMC, 37,5 ± 0,4 vs 36,70 ± 0,3 g, P < 0,01; BMD, 0,986 ± 0,004 vs 0,966 ± 0,005 g/cm2, P < 0,05).

I dati suggeriscono che un’elevata assunzione di P non ha effetti negativi sul metabolismo osseo in popolazioni con un’adeguata assunzione di Ca, ed è anche associata a parametri ossei positivi in base ai gruppi per età e sesso.

Lisina

L-lisina alimentare e metabolismo del calcio nell'uomo › Nutrition. 1992

Pubblicazione originale

Scopo dello studio

Esaminare il potenziale effetto della L-lisina sul metabolismo del Ca nell’uomo attraverso due sperimentazioni.

In una sono stati confrontati gli effetti acuti di un carico orale di Ca (3 g come CaCl2) somministrato con o senza 400 mg di L-lisina in 15 donne sane e 15 interessate da osteoporosi.

In tutti i casi, il carico orale di Ca ha determinato un aumento progressivo del Ca totale e del Ca2+ nel siero e una concomitante diminuzione del [tooltip tipcontent=”Adenosina monofosfato ciclico: metabolita delle cellule prodotto grazie all’enzima adenilato ciclasi a partire dall’ATP”]cAMP[/tooltip], in grado di svilupparsi nel tessuto renale.

Come previsto, è stato osservato anche un aumento progressivo dell’escrezione urinaria di Ca, ma non nei soggetti sani trattati con L-lisina.

In una seconda sperimentazione, sono stati confrontati gli effetti di un’integrazione a breve termine con L-lisina, L-valina o L-triptofano (800 mg/die) sull’assorbimento della frazione 47Ca in 45 pazienti con osteoporosi.

La L-lisina, ma non la L-valina o il L-triptofano, ha aumentato significativamente l’assorbimento intestinale del minerale.

I risultati suggeriscono che la L-lisina può sia aumentare l’assorbimento intestinale del Ca sia migliorare la conservazione renale del Ca assorbito.

Gli effetti combinati possono contribuire a un bilancio positivo del Ca, suggerendo così una potenziale utilità degli integratori di L-lisina per interventi sia preventivi che terapeutici nell’osteoporosi.

Manganese

Importanza del manganese per la salute delle ossa: panoramica e aggiornamento › Sage Journals 2021

Pubblicazione originale

Scopo della revisione

Considerare lo stato dell’arte sulla relazione tra manganese e salute delle ossa nell’uomo e sull’efficacia dell’integrazione di manganese (da solo o con altri micronutrienti) sulla mineralizzazione ossea. Questa revisione ha incluso 4 studi ammissibili.

Tutta la letteratura pubblicata è concorde nel mostrare che le donne osteoporotiche hanno livelli sierici di manganese più bassi rispetto alle donne con densità minerale ossea normale, confermando:

  • gli studi sul modello animale,
  • il ruolo essenziale nella sintesi della cartilagine e del collagene osseo, nonché nella mineralizzazione ossea.

Due studi hanno valutato l’efficacia di un integratore orale di Mn per 2 anni sulla densità minerale ossea delle donne in menopausa.

La perdita di massa ossea è risultata significativamente maggiore nel gruppo placebo.

Coloro che invece avevano regisrato miglioramenti avevano assunto 5,0 mg di Mn/die nello studio di Strause, e 2,5 mg di Mn/die nello studio di Saltman. Oltre al manganese, però, l’integrazione conteneva calcio e un insieme di microelementi: magnesio, rame e zinco.

Metil-folato

Relazione tra acido folico, vitamina B12 e omocisteina e variazione della densità minerale ossea vertebrale nelle donne in postmenopausa. Una valutazione longitudinale di cinque anni › Bone 2008

Pubblicazione originale

Il metilfolato è la forma di acido folico più sicura e più biodisponibile.

In questo studio si è voluto determinare se nelle donne in post-menopausa i livelli di acido folico, omocisteina o vitamina B12 siano predittivi del tasso di variazione della densità minerale ossea vertebrale (BMD).

Lo studio è partito con 161 donne sane in postmenopausa che si sono offerte volontarie per una valutazione trasversale della BMD e dei livelli di folato, omocisteina e vitamina B12 nel siero. Le donne sono state richiamate per una seconda valutazione della BMD vertebrale dopo circa 5 anni.

L’analisi è stata possibile in 117 donne in postmenopausa, dopo che sono state escluse coloro che avevano utilizzato terapie antiriassorbitive per più di 1 anno.

I valori di BMD erano correlati ai livelli di acido folico, ma non di omocisteina o di vitamina B12, suggerendo che la carenza di folato riveste un ruolo importante nel declino della densità minerale ossea vertebrale delle donne in postmenopausa.

Prolina

Assunzioni di aminoacidi associate a densità minerale ossea e a prevalenza di bassa massa ossea nelle donne: Evidenze da gemelli monozigoti discordanti › J Bone Miner Res. 2016

Pubblicazione originale

In queste analisi di coppie di gemelli monozigoti di sesso femminile discordanti per l’assunzione di aminoacidi (n = 135), i gemelli con un’assunzione più elevata di alanina e glicina avevano una densità minerale ossea (BMD) alla colonna vertebrale significativamente più elevata rispetto ai loro coetanei, con differenze all’interno della coppia nella BMD alla colonna vertebrale di 0,012 g/cm(2) (SE 0,01; p = 0,039) e 0,014 g/cm(2) (SE 0,01; p = 0,026).

Inoltre, nelle analisi multivariabili trasversali di 3160 donne di età compresa tra i 18 e i 79 anni, una maggiore assunzione di proteine totali era significativamente associata a una maggiore densità minerale ossea (BMD) misurata con DXA a livello della colonna vertebrale (dal quartile Q4 al quartile Q1: 0,017 g/cm(2), SE 0,01, p = 0,035) e dell’avambraccio (dal quartile Q4 al quartile Q1: 0,010 g/cm(2), SE 0,003, p = 0,002).

L’assunzione di sei aminoacidi (alanina, arginina, acido glutammico, leucina, lisina e prolina) è stata associata a una maggiore densità minerale ossea (BMD) della colonna vertebrale e dell’avambraccio, con l’associazione più forte osservata per la leucina (dal 4° al 1° trimestre: 0,024 g/cm(2), SE 0,01, p = 0,007).

Quando le assunzioni sono state stratificate in base alla fonte proteica, vegetale o animale, la prevalenza di osteoporosi o osteopenia è risultata dal 13% al 19% più bassa rispetto ai quartili estremi di assunzione vegetale per cinque aminoacidi (non per l’acido glutammico o la prolina).

Questi dati suggeriscono che l’assunzione di proteine e di diversi aminoacidi, tra cui l’alanina e la glicina, può essere benefica per la salute delle ossa, indipendentemente dal background genetico.

Rame

Salute delle ossa negli uomini che invecchiano: Il livello di zinco e rame è importante? › Biomolecules 2021

Pubblicazione originale

Astratto

Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare le associazioni dello zinco (Zn) e del rame (Cu) nel siero e nell’osso con la densità minerale ossea (BMD), il contenuto (BMC), i marcatori del turnover osseo e gli ormoni sessuali.

Il gruppo di studio comprendeva 144 uomini trattati con protesi totale dell’anca a causa dell’osteoartrite dell’anca. Abbiamo misurato il testosterone totale, libero e biodisponibile, l’estradiolo e la globulina legante gli ormoni sessuali (ormoni sessuali), nonché l’ormone paratiroideo, l’osteocalcina, i legami crociati carbossi-terminali del collagene e il propeptide N-terminale del procollagene di tipo I (marcatori del turnover osseo).

La densità minerale ossea (BMD), il contenuto (BMC), il grasso totale e viscerale e la massa scheletrica appendicolare (ASM) sono stati misurati con l’assorbimetria a raggi X a doppia energia. L’indice ASM e il grasso totale e viscerale erano correlati positivamente con la BMD.

Lo zinco osseo non correlava né con gli ormoni sessuali né con i marcatori del turnover osseo; tuttavia, era associato positivamente sia alla BMD sia alla BMC, mentre il rame osseo (a differenza del rame sierico) non lo era.

Nella regressione multipla, l’indice ASM, il rapporto zinco/rame (sia nel siero che nell’osso) e la concentrazione sierica di rame erano significativamente associati alla BMD e alla BMC dopo l’aggiustamento per l’età e l’indice di massa corporea (BMI).

I nostri risultati suggeriscono che il rapporto zinco/rame nel siero e nell’osso può esercitare un effetto positivo significativo sulla densità minerale ossea (BMD) e il contenuto (BMC).

Silicio

Silicio e salute delle ossaPMC 2009

Pubblicazione originale

Astratto

La scarsa massa ossea (osteoporosi) è un’epidemia silenziosa del XXI secolo, che attualmente nel Regno Unito provoca oltre 200.000 fratture all’anno con un costo di oltre un miliardo di sterline.

Le cifre sono destinate ad aumentare in tutto il mondo. La comprensione dei fattori che influenzano il metabolismo osseo è quindi di primaria importanza per stabilire misure preventive o trattamenti per questa condizione.

L’alimentazione è un importante fattore determinante per la salute delle ossa, ma gli effetti dei singoli nutrienti e minerali, oltre al calcio, sono poco conosciuti.

Le prove accumulate negli ultimi 30 anni suggeriscono fortemente che il silicio alimentare è benefico per la salute delle ossa e del tessuto connettivo e recentemente abbiamo riportato forti associazioni positive tra l’assunzione di Si con la dieta e la densità minerale ossea in coorti statunitensi e britanniche.

L’esatto ruolo biologico del silicio nella salute delle ossa non è ancora chiaro, anche se sono stati suggeriti diversi possibili meccanismi, tra cui la sintesi del collagene e/o la sua stabilizzazione e la mineralizzazione della matrice.

La presente rassegna fornisce una panoramica di questo elemento dietetico naturale, del suo metabolismo e delle prove del suo potenziale ruolo nella salute delle ossa.

Vitamina B6

Effetto delle vitamine B sulla densità minerale ossea e sul rischio di fratture in uomini e donne anziani: studio Rotterdam › Bone 2007

Pubblicazione originale

Vitamina B6 e riboflavina sono associate a un aumento della densità minerale ossea (BMD).

Un livello di omocisteina leggermente elevato è un fattore di rischio, potenzialmente modificabile, per fratture causate da osteoporosi legate all’età.

Un’omocisteina elevata può avere una causa nutrizionale, come un’assunzione inadeguata di folato, riboflavina, piridossina o cobalamina, che servono come cofattori o substrati per gli enzimi coinvolti nel metabolismo dell’omocisteina.

In questo studio si esamina l’associazione tra l’assunzione di vitamine B (riboflavina, piridossina, folato e cobalamina) e la densità minerale ossea del collo del femore e il rischio di fratture in un’ampia coorte di anziani caucasici.

Sono stati studiati 5304 individui di età pari o superiore a 55 anni per oltre 7 anni, raccogliendo informazioni attraverso questionari e registrando le fratture.

Nelle conclusioni i ricercatori riportano che una maggior assunzione di riboflavina e piridossina è associata a una migliore densità minerale dell’osso (BMD).

La vitamina B6 è stata associata a una riduzione del rischio di fratture indipendentemente dalla densità minerale ossea.

Vitamina C

Evidenze di un legame positivo tra consumo / integrazione di acido ascorbico e densità minerale osseaNutrients. 2021

Pubblicazione originale

Lo scopo di questa revisione narrativa è stato quello di considerare lo stato dell’arte sulla correlazione tra la densità minerale ossea (BMD), l’assunzione di Acido Ascorbico (AA) con la dieta e i livelli ematici di AA, nonché sull’efficacia dell’integrazione di AA nell’uomo.

Su 1031 studi ne sono stati selezionati 25. Sono stati esclusi dalla revisione gli studi in vitro, in vivo (con animali) e le sperimentazioni cliniche non [tooltip tipcontent=”Gli studi clinici controllati randomizzati (RCT) consentono di valutare l’efficacia di uno specifico trattamento in una determinata popolazione.”]RCT (randomize controlled trial)[/tooltip].

Quindici studi hanno valutato le correlazioni tra assunzione di AA e BMD: otto studi hanno dimostrato una [tooltip tipcontent=”Con l’incremento dell’apporto di vitamina C anche la densità minerale ossea è aumentata”]correlazione positiva[/tooltip] in 9664 donne in menopausa e un’interazione significativa tra gli effetti dell’assunzione di AA e la terapia ormonale.

Questi dati sono stati confermati anche a partire dall’adolescenza (14.566 soggetti). Considerando gli studi sulla concentrazione ematica di AA in relazione alla BMD, ce ne sono quattro (337 pazienti) che confermano una correlazione positiva (in altre parole, con l’incremento dell’apporto di vitamina C anche la densità minerale ossea è aumentata).

Per quanto riguarda gli studi sull’integrazione, ve ne sono sei (2671 soggetti), di cui uno condotto con la supplementazione di AA esclusivamente in 994 donne in postmenopausa con una dose media giornaliera di 745 mg (periodo medio: 12,4 anni).

I valori della densità minerale ossea sono risultati superiori di circa il 3% nelle donne che hanno assunto l’integrazione.

Zinco

Effetti dell'integrazione di zinco sullo zinco sierico, sull'attività della fosfatasi alcalina e sulla guarigione delle fratture ossee › Saudi Med J. 2008

Pubblicazione originale

Obiettivo dello studio

Determinare l’effetto dell’integrazione di zinco sulla formazione del callo, sullo zinco sierico e sull’attività della fosfatasi alcalina nell’uomo.

Studio clinico randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, durato 60 giorni.

Coinvolti 60 pazienti con frattura ossea traumatica.

Metà di loro ha ricevuto una capsula di solfato di zinco da 50 mg di zinco al giorno, l’altra metà un placebo.

Le informazioni cliniche e individuali sono state rilevate mediante un questionario: l’apporto nutrizionale è stato registrato per 3 giorni all’inizio e alla fine dello studio. Lo zinco e la fosfatasi alcalina sierici sono stati misurati mediante spettroscopia di assorbimento atomico e metodo enzimatico. La formazione del callo durante la guarigione della frattura è stata valutata mediante radiografia dell’osso.

Risultati

La somministrazione di zinco ha causato un aumento significativo dello zinco sierico e dell’attività della fosfatasi alcalina. La valutazione delle radiografie ossee ha mostrato un significativo progresso nella formazione del callo negli individui che avevano ricevuto l’integrazione di zinco.

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Monica Martinuz
Naturopata Educatrice in Nutrizione Funzionale®, Saggista, Ricercatrice autonoma e Blogger dal 2007.
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